Faramondo, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XXI
 
 FARAMONDO con guardie
 
 FARAMONDO
550Dall’esempio del tuo, l’amor che ho in seno
 ad esser forte impara.
 Ite, o guerrieri. Altrove
 mi chiama il fato. Entro alle tende in breve
 ne attendete il ritorno.
555Pace si renda e libertade a’ Cimbri.
 Solo io parto, ad ognuno
 vieto il seguirmi. E se nimica stella
 mi vorrà morto, all’amor vostro io chiedo
 che all’autor si perdoni e all’alma esangue
560diate omaggio di pianto e non di sangue. (Si partono le guardie)
 
    Piacer, che l’affanno
 mi tempri nel sen,
 sei speme od inganno?
 Sei raggio o balen?
 
565   Va’ pur; non ti ascolto,
 bugiardo o fedel.
 Se speri, sei stolto,
 se inganni, crudel.
 
 Il fine dell’atto primo