Faramondo, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIX
 
 FARAMONDO, poi GUSTAVO e ADOLFO
 
 FARAMONDO
 Fra quest’ombre selvagge
 sol mi lasciate alquanto. I foschi orrori
485par che facciano invito a’ miei dolori. (Lasciati in lontano i suoi soldati, egli va a sedere a piedi di un albero)
 
    Augelletti, che volate
 di fronda in fronda,
 chi è di voi che mi risponda?
 
    Ah, il piacer voi mi negate
490del vostro canto,
 perché il mio non è che pianto,
 pianto è sol che il cor m’inonda. (Esce Gustavo dal bosco e con ferro ignudo si avventa improvviso alla vita di Faramondo. Adolfo lo rattiene, ponendosi innanzi di lui. Ed intanto accorrono alla difesa di Faramondo i di lui soldati ch’erano in lontano)
 
 GUSTAVO
 Questo acciaro.
 ADOLFO
                               Ti arresta.
 GUSTAVO
 Chi me rattiene?
 FARAMONDO
                                  E chi me insulta?
 ADOLFO
                                                                    Il ferro
495brami immergergli in sen? La strada è questa.
 GUSTAVO
 Tu, Adolfo?
 ADOLFO
                        In lui difendo
 la tua gloria, signor. Un tradimento
 vendicarti non dee del suo valore.
 FARAMONDO
 Amico Adolfo.
 GUSTAVO
                             Figlio traditore.
500Oimè! Già d’ogn’intorno
 lo circondano i suoi. Fatto è periglio
 ciò che sperai trionfo. Iniquo figlio! (Adolfo gettandosi a lato del padre)
 ADOLFO
 Faramondo, abbastanza
 scudo ti fui. Più non sei solo. Or l’armi
505volgo in altr’uso; e se feroce insulti
 il regal padre, io lo difendo.
 FARAMONDO
                                                     Adolfo,
 né ingrato a te né a lui nimico io sono.
 Il fui, purtroppo. A te, Gustavo, ho tolta
 una corona e te la rendo. Feci
510Rosimonda cattiva; ella è già sciolta.
 GUSTAVO
 Tu mi rendi, crudel, ciò che ben tosto
 tormi io potea. Se il fai costretto, è il dono
 necessità, se volontario, è tema.
 De’ mali miei col sangue
515risarcir tu mi devi. Eterna guerra
 ti giura l’odio mio.
 Struggerò il nome franco,
 desolerò i tuoi regni,
 vedrò tronco il tuo capo; e Rosimonda
520ne sarà il prezzo. E tu, infedel, più padre
 non mi sperar. Dagli occhi miei per sempre
 ti allontani il tuo fallo.
 Temi ’l divieto; e se dal duro esiglio
 vuoi far ritorno a un padre,
525con quel capo a lui torna; e sarai figlio.