Semiramide in Ascalona, Venezia, Pasquali, 1744

 LICENZA
 
 Di te si parla, augusta,
 nata in sì fausto giorno a far felice
 la grandezza, che t’orna, e il secol nostro.
 Che se non è fortezza, allor che affligge
1385o l’inferma natura
 o l’avversa fortuna,
 volto e core mostrar lieto e tranquillo,
 se fortezza non è sul più gran trono
 serbar l’alma più umile,
1390regnar, più che in altrui, sovra sé stessa,
 non goder dell’impero
 che per esserne a tutti
 o benefica o giusta e, assai potendo,
 aver dolor di non poter più ancora,
1395se tanto e quel di più, che in te si apprezza,
 se fortezza non è, quale è fortezza?
 
    Lunga etate, dei, serbate
 in Elisa il vostro dono.
 
    Dono eccelso, in cui risplende
1400un’idea del poter vostro,
 da cui prende
 gioia il regno e gloria il trono.
 
 CORO
 
    Donna forte ove trovar?
 Dice il volgo e non lo sa.
1405Ove accoppiasi a beltà
 la costanza e la virtù.
 
    Ov’è fede, ov’è valor,
 ove s’abbia eccelso cor
 che sovrasti al suo destin,
1410grande, invitto e qual l’hai tu.