Semiramide in Ascalona, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA V
 
 MENNONE col suo elmo in mano e i suddetti
 
 MENNONE
 Perfida! T’ho pur giunta.
 ALISO
 Il pazzo.
 SEMIRAMIDE
                   Oimè!
 MENNONE
                                  Se ancor mettessi l’ale,
 non fuggirai da me.
 SEMIRAMIDE
 Oh Mennone.
 MENNONE
                            Chi è Mennone? Di Averno
1205son l’implacabil giudice. Su, prendi. (Le dà il suo elmo)
 
    Sai che liquor sia questo?
 Sangue di drago infesto
 che m’era intorno al cor.
 
 SEMIRAMIDE
 E che vuoi che ne faccia?
 MENNONE
 
1210   Miste di fiele e assenzio
 bevi con lui le lagrime
 del mio schernito amor.
 
 Presto o da questo acciar cadrai svenata.
 ALISO
 L’acciaro! E dove l’hai?
 MENNONE
1215Ahi, che m’era scordato.
 Trafissi il cor di Nino e vel lasciai.
 SEMIRAMIDE
 Col suo furor delira.
 MENNONE
 Presto, diss’io. Stige mi attende e voglio
 trarvi con te Nino, Belesa, Aliso,
1220Arbace e Assiria tutta.
 SEMIRAMIDE
 Mi fa pietade.
 MENNONE
                             O dei! Da quali e quanti
 fantasmi ingombro è il capo!
 
    Sugli alti cardini
 vacilla l’etere;
1225la terra è instabile;
 il monte è labile;
 e notte rapida
 succede al dì.
 Tutto rovina ed io m’assido qui. (Si siede in terra)
 
 ALISO
1230Fuggiam, fuggiam dal pazzo.
 SEMIRAMIDE
                                                       Io non avrei
 di lui tanta pietà, se fosse in senno. (Si parte con Aliso)