Semiramide in Ascalona, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VI
 
 SIMMANDIO e SEMIRAMIDE
 
 SIMMANDIO
 Figlia, lasciai sinor gli affetti tuoi
 in piena libertà. Leggi a te stessa
 dava l’indole eccelsa e generosa.
 SEMIRAMIDE
 De’ tuoi saggi consigli il frutto e l’opra.
 SIMMANDIO
220Ma tu vedi d’intorno
 cingerti insidie e mali.
 Mal sicura è beltà fra molti amanti.
 Eccone in prova il corso rischio. È tempo
 che tu risolva. L’util tuo dipende
225dalla tua scelta. Il tuo gran cor richiami
 sé stesso, si consigli, elegga ed ami.
 SEMIRAMIDE
 Padre, che nata io sia, che pur nol credo,
 tra boschi e in umil cuna, è caso; e mio
 rossor non è ciò che non è mia colpa.
230Ma dal basso mio stato
 non presero mai norma i miei pensieri.
 Cosa non fu giammai così sublime
 che spaventasse i miei desiri. Amai
 a misura del merto; e se un affetto
235diede luogo al secondo e questo ad altri,
 non fu difetto di volubil genio
 ma impulso e forza di più degno oggetto.
 SIMMANDIO
 Festi ciò che nocchier, cui gire è forza
 fuor del preso cammin, dove lo spinge
240più impetuoso or questo vento, or quello.
 SEMIRAMIDE
 Quando Aliso ebbe i primi
 miei fanciulleschi affetti,
 non era in Ascalona
 né il più nobil pastor né il più gentile.
245Venne Mennone, il duce, e la sua gloria
 sorprese i voti miei. Vidi poi Nino;
 e il sospirar d’un re fece al mio udito
 più soave armonia. Se dopo Nino
 scendesse in terra a idolatrarmi un nume,
250il nume piaceria più del regnante.
 SIMMANDIO
 Dunque ora Nino è il più gradito amante.
 SEMIRAMIDE
 Ma non il più felice.
 Mennone ha la mia fede, a lui giurata
 con l’assenso paterno. Ecco la gemma,
255con cui ne segnò i patti.
 SIMMANDIO
 L’amor d’un re scioglie ogni patto e legge.
 SEMIRAMIDE
 Legge d’onore è indissolubil nodo.
 SIMMANDIO
 Mennone ha offeso il re.
 SEMIRAMIDE
                                               Ma non Semira.
 SIMMANDIO
 L’abbandono del campo è suo delitto.
 SEMIRAMIDE
260Il vassallo peccò ma non l’amante.
 SIMMANDIO
 Forse osò il suo furor ciò che soffristi.
 SEMIRAMIDE
 Dono a timor geloso il suo trascorso.
 SIMMANDIO
 Seco, o figlia, trarrai miseri giorni.
 SEMIRAMIDE
 Mi saria più miseria onta e rimorso.
 SIMMANDIO
265Fiero, geloso, indomito, crudele...
 SEMIRAMIDE
 D’un marito i difetti
 saggia moglie sopporta e li corregge.
 SIMMANDIO
 Dunque dell’Asia tu rinunzi al trono?
 SEMIRAMIDE
 Ei piaceria; ma quando debba a prezzo
270di mia fede salirvi, il trono io sprezzo.
 
    Sinché sarà il mio fato
 discorde dal mio core,
 vedrai che cerchio aurato
 al crin non cingerò.
 
275   Mi gradirebbe un soglio;
 ma più mi strigne onore;
 e mai per cieco orgoglio
 la fé non tradirò.