Semiramide in Ascalona, Vienna, van Ghelen, 1725

 SCENA V
 
 MENNONE col suo elmo in mano e detti
 
 MENNONE
1205Perfida! T’ho pur giunta.
 ALISO
 Il pazzo.
 SEMIRAMIDE
                   Ahimè!
 MENNONE
                                    Se ancor mettessi l’ale,
 non fuggirai da me.
 SEMIRAMIDE
 O Mennone.
 MENNONE
                          Chi è Mennone? Di Averno
 son l’implacabil giudice. Su, prendi. (Le dà il suo elmo)
 
1210   Sai che liquor sia questo?
 Sangue di drago infesto
 che m’era intorno al cor.
 
 SEMIRAMIDE
 E che vuoi che ne faccia?
 MENNONE
 
    Miste di fiele e assenzio
1215bevi con lui le lagrime
 del mio schernito amor.
 
 Presto o da questo acciar cadrai svenata.
 ALISO
 L’acciaro? E dove l’hai?
 MENNONE
 Ah! Ah! M’era scordato.
1220Trafissi il cor di Nino e vel lasciai.
 SEMIRAMIDE
 Col suo furor delira.
 MENNONE
 Presto, diss’io. Stige mi attende e voglio
 trarvi con te Nino, Belesa, Aliso,
 Arbace e Assiria tutta.
 SEMIRAMIDE
1225Mi fa pietade.
 MENNONE
                             O dei! Da quali e quanti
 fantasmi ingombro è ’l capo!
 
    Sugli alti cardini
 vacilla l’etere;
 la terra è instabile;
1230il monte è labile
 e notte rapida
 succede al dì.
 Tutto ruina ed io m’assido qui. (Siede in terra)
 
 ALISO
 Fuggiam, fuggiam dal pazzo.
 SEMIRAMIDE
                                                       Io non avrei
1235di lui tanta pietà, se fosse in senno. (Parte con Aliso)