Faramondo, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IX
 
 CLOTILDE con TEOBALDO e i suddetti
 
 CLOTILDE
 Mora Clotilde pur. Nulla mi arriva
 improvviso il morir. Dal primo istante
 che cadei ne’ tuoi ceppi,
 tutto il previdi e men feroce il resi
265con mirarlo da lungi. Ecco, Gustavo,
 con intrepida fronte
 ti presento il mio sen, ti faccio core.
 Non mi aspettar men forte,
 che il piacer non avrai del mio timore.
 ADOLFO
270(Preservatela, o numi!)
 TEOBALDO
 Questa virtù, di Sveno
 giovi l’ombra a placar. Se gli anni e il sesso
 ti fan pietade, io stesso
 sarò il ministro, io darò il colpo.
 ADOLFO
                                                            Iniquo!
 CLOTILDE
275Morì Sveno, o Gustavo,
 per man di Faramondo.
 Per tua mora Clotilde e il regal ferro
 vendichi il regio sangue.
 TEOBALDO
 Che più badi, Gustavo?
280Cotesta tua pietade è intempestiva.
 GUSTAVO
 O mia sorte crudel! Clotilde viva.
 TEOBALDO
 Ah, se in petto a Gustavo ira vien meno,
 a me si serba il vendicarti, o Sveno.