Faramondo, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VIII
 
 TEOBALDO e i suddetti
 
 TEOBALDO
 Mio re, pronta qui veggo
 l’orrida pompa; e solo
 manca la degna vittima; io la reco.
 GUSTAVO
230Teobaldo, il sangue solo
 chiedon Sveno e Gustavo
 di Faramondo.
 TEOBALDO
                              E del suo sangue ha questa
 non poca parte; ella è Clotilde.
 ADOLFO
                                                         (O dio!)
 TEOBALDO
 Sorella a Faramondo.
 ADOLFO
                                          (È l’idol mio).
 TEOBALDO
235Prigioniera poc’anzi entro al suo campo
 la feci; al furto arrise
 la densa notte e il franco
 dalla vittoria sua reso men cauto.
 GUSTAVO
 Qui la guida, Teobaldo. Il sacrifizio (Teobaldo si parte)
240piacque alla dea. L’ombra di Sveno attende
 più vittime da un padre.
 ADOLFO
 Ed è vero, o signor? Che di crudele
 volgi nell’ira tua? Sangue innocente
 nelle vene ha Clotilde.
 GUSTAVO
245Sorella a Faramondo ha una gran colpa.
 La purghi col morir.
 ADOLFO
                                        Nel minor sesso
 infierir è viltà.
 GUSTAVO
                              Quand’ella è giusta
 nol distingue vendetta.
 ADOLFO
                                             Ah, del nimico
 Rosimonda è in poter. Potrà su lei
250Faramondo punirti.
 GUSTAVO
 Le saranno di scudo
 con l’amor di Gernando uomini e dei.
 ADOLFO
 Padre, re. Se il mio pianto...
 GUSTAVO
                                                     Invan tu cerchi
 salvar Clotilde. Il so che l’ami, Adolfo,
255e il tuo amor la fa rea di un’altra e, forse,
 non minor colpa. Olà, ministri, il foco
 si purghi e l’ara. Assai più degna è questa
 vittima per la dea.
 ADOLFO
                                     S’ami ch’io viva,
 sire, sospendi ancora
260un colpo sì fatal.
 GUSTAVO
                                 Clotilde mora!