Semiramide in Ascalona, Vienna, van Ghelen, 1725

 SCENA II
 
 NINO e BELESA
 
 BELESA
 Qual rimorso, o signor, frammette indugi
 a quel ben che sospiri?
 Semiramide è tua.
 NINO
                                     Ma sciorre a forza
45deggio un nodo giurato. Amore e fede
 a Mennone la unisce; e di sue nozze
 arderien già le faci,
 se l’invitto guerrier, cui tanta parte
 deggio de l’Asia soggiogata e vinta,
50non tenesser fra l’armi i Battri infidi.
 BELESA
 Mennone ama la gloria,
 ama il suo re, più che Semira. Al solo
 saperti suo rivale, o col rispetto
 spaventerà le brame o col consiglio
55de l’util suo consolerà l’amore.
 NINO
 Mal conosci, o Belesa, il cor feroce.
 Un valor che mi serve, alorch’io l’amo,
 divenir può furor, quand’io l’irriti.
 BELESA
 Nino può risarcirlo...
 NINO
60Eh! Nel vasto mio impero io non ho un bene
 che equivaglia a Semira.
 BELESA
 No, per Mennone amante;
 ma in quell’anima altera
 fasto può più che amor. Cambiar di oggetto
65gli fu facile amando.
 Sol disio di grandezze in lui più crebbe
 a misura che ottenne; e fuor di Nino,
 mai non seppe soffrir maggior né uguale.
 NINO
 Né l’avrà nel mio regno,
70qual non l’ha nel mio cor. Convien ch’io peni,
 per non far ch’ei sospiri.
 BELESA
                                               E fortunato
 a costo il renderai del tuo riposo?
 NINO
 Oh dio! Non so. Crudel germana, in questo
 pelago tu m’hai spinto. O non dovevi
75farmi veder Semira o non celarmi
 gli affetti de l’amico.
 M’era facile alora a le nascenti
 fiamme oppor resistenza. Or son sì fiacco
 che, ingiusto o sfortunato, io perder deggio
80o Mennone o Semira o ancor me stesso.
 BELESA
 Chi misero esser vuol, di sé si dolga.
 NINO
 Consiglio è di virtù la mia sciagura.
 BELESA
 Si assolva il re da una virtù servile.
 NINO
 Degli uomini è ’l più vile
85re che è senza virtù.
 BELESA
                                       L’abbia; ma quella
 che, protetta da l’uso, util si appella.
 NINO
 
    Dirò al cor con qualche pace:
 «In amor sii sfortunato».
 Ma «sii perfido ed ingrato»
90dirgli mai non soffrirò.
 
    Se il poter del cielo è dono,
 non vo’ usarlo in tirannia.
 Darò leggi a me dal trono,
 poi agli altri io le imporrò.