Semiramide in Ascalona, Venezia, Marciana, parzialmente autografo

 SCENA II
 
 SEMIRAMIDE, BELESA e ARBACE
 
 SEMIRAMIDE
865Altri v’ha che congiuri
 per abbattere un core?
 BELESA
 Semira, io te compiango,
 pur mal riconosciuta.
 SEMIRAMIDE
 Principessa, perché?
 BELESA
                                         Tel dica Arbace.
 ARBACE
870Mennone ti tradisce.
 SEMIRAMIDE
 Eh! So che l’arte in uso
 mette ogni industria, onde mi tremi in petto
 la fé. Ma tutto è vano.
 BELESA
 Nel petto di Semira
875la sostiene fortezza. In quel d’Arb del duce
 ambizion l’abbatte.
 ARBACE
                                      E del suo primo
 tradito amor la rinascente fiamma.
 SEMIRAMIDE
 Suo primo e solo amor non fu Semira?
 BELESA
 Ne avrai, se qui ti aggrada, il disinganno.
 SEMIRAMIDE
880Cieli! Se questo è ver, vedrò a la fonte
 gir retrogradi i fiumi.
 BELESA
 Altra così dicea.
 SEMIRAMIDE
                                Non del mio duce.
 BELESA
 Di lui, ninfa, di lui, cui l’incostanza
 non costò mai gran pena o gran rossore.
 SEMIRAMIDE
885Mi avveggo. A un re, a un fratello
 ben si serve così. Ma senza il for pieno
 testimon de la vista e de l’udito,
 non crederò giammai Mennone infido.
 ARBACE
 Vogliam che qui tu ’l vegga e qui l’ascolti.
890Colà ti ascondi e inosservata...
 SEMIRAMIDE
                                                         O dei!
 Comincio a vacillar... No... Ciò ch’ei fece
 per me, ciò ch’io per lui
 non mi lascia timor de la sua fede
 e l’accorta Semira a voi non crede.
 
895   Pieghi a l’onda e ceda al vento
 scoglio in mare e sasso in monte;
 ed alora in chi m’adora
 incostanza io crederò.
 
    Pien di amore e di ardimento
900fin di morte il vidi a fronte;
 e a tenor de la sua fede,
 anch’io fida a lui sarò.