Semiramide in Ascalona, Venezia, Marciana, parzialmente autografo

 SCENA V
 
 SEMIRAMIDE, poi NINO, BELESA e ARBACE
 
 SEMIRAMIDE
 Di un tal marito al fianco, oh! quai mi accingo
 a trar giorni dolenti! Or che mi giova
 l’amor di un re? Fortuna,
455tarda a me balenasti. Era già data
 mia fede; è mio tiranno il dover mio.
 Pace per me, per me grandezze, addio.
 NINO
 A Qui a sorprender mi affretto
 Mennone con Semira. (Come da sé)
 ARBACE
460Il re sta irato. (Piano a Belesa)
 BELESA
                             Or tu sostien quell’ira. (Piano ad Arbace)
 NINO
 Semiramide sola? (Avanzandosi alquanto verso Semiramide)
 SEMIRAMIDE
                                     Il reo la faccia (Stando in lontano)
 del suo giudice fugge,
 il misero la cerca.
 NINO
 Quanto è bello in quel volto anche il dolore! (Piano ad Arbace)
 ARBACE
465Beltà, che vuol pregar, già quasi è vinta; (Piano a Nino)
 ma, se vincerla brami vuoi, serba mostra rigore.
 SEMIRAMIDE
 Gran re, cui fanno grande impero e fama (Si accosta a Nino)
 e maggior fan virtù, quella clemenza,
 che è la gemma miglior di tua corona,
470non sia chiusa a’ miei prieghi.
 NINO
 Parla e otterrai. Ma sia la tua richiesta
 degna di te, degna di Nino. Chiedi
 per te grandezze, onori,
 chiedi d’Asia l’impero e Nino è lieto.
 SEMIRAMIDE
475Oggetto de’ miei prieghi
 Mennone è sol. Se questo
 nieghi, già tutto nieghi.
 NINO
 Mennone è troppo reo. Che forza, Arbace, (Piano ad Arbace)
 farmi convien!
 ARBACE
                              Resisti e vinci. (Piano a Nino)
 SEMIRAMIDE
                                                           Io dirlo
480non vo’ innocente né scusar suao colpa fallo,
 perché fallo d’amor. Ma quanto ei fece,
 lo fece per salvar da un atto ingiusto
 la gloria del suo re.
 NINO
                                     Col suo sospetto
 del par ne offese, quasi
485commetterlo io potessi e tu soffrirlo.
 SEMIRAMIDE
 Se con ragion star gelosia potesse,
 non sarebbe furor. Ma, sire, io venni
 non a scolpar ma a chieder grazia. In lui
 pronta è la fede, a cimentar fra l’armi
490il sangue che gli resta. Al campo ei rieda
 col tuo perdono.
 ARBACE
                                Ah! Troppo
 vorria l’amante.
 SEMIRAMIDE
                                Un atto di clemenza,
 chiesto a un re generoso, è un voler troppo?
 ARBACE
 Sì, che fallo impunito è altrui di esempio.
 SEMIRAMIDE
495Favello a Nino; e Arbace mi risponde?
 ARBACE
 Stan sempre intorno al re consiglio e fede.
 SEMIRAMIDE
 E vi sta anche interesse e zel si crede.
 NINO
 Or risponda anche il re. Col mio perdono
 torni Mennone al campo.
 SEMIRAMIDE
500Del suo signor pria l’assicuri un guardo.
 NINO
 Abbia un mio sguardo.
 SEMIRAMIDE
                                             E un tuo pietoso amplesso.
 NINO
 E questo ancor. Resista (Piano ad Arbace)
 chi puote a una beltà che prega e piace.
 ARBACE
 Già cedé Nino. (Piano a Belesa)
 BELESA
                               E mal servimmi Arbace. (Piano ad Arbace)
 SEMIRAMIDE
505Di tua eccelsa bontà...
 NINO
                                          Ma col perdono
 di Mennone ricevi
 il mio core e ’l mio trono.
 SEMIRAMIDE
 Ah! Signore, il tuo dono
 tanto non val quanto la man che il porge;
510ma sono astretta a rifiutarlo.
 NINO
                                                      Astretta
 da qual poter?
 SEMIRAMIDE
                              Da un invincibil nodo.
 SEMIRAMIDE
 ARBACE
 Mano di re tutto discioglie e vince.
 SEMIRAMIDE
 Vorresti di un del tuo re fare un tiranno?
 NINO
 Misero me!
 SEMIRAMIDE
                         Se posseder gli affetti
515di Semira non puoi,
 serbane, o re, la stima.
 Sii giusto; e da Semira
 stima, riconoscenza, ossequio avrai.
 NINO
 E amor?
 SEMIRAMIDE
                   Deh! Lo potessi.
 NINO
                                                   E amor?
 SEMIRAMIDE
                                                                     Non mai.
 
520   Povera navicella
 presso ha l’amica sponda;
 e in mezzo a la procella
 furia di vento e d’onda
 la porta a naufragar.
 
525   Misera pastorella,
 anch’io vicino ho ’l porto;
 e la crudel mia stella
 vuol questo core assorto
 in tempestoso mar.