Semiramide in Ascalona, Venezia, Marciana, parzialmente autografo

 SCENA V
 
 SEMIRAMIDE, ALISO, SIMMANDIO con seguito di pastori e di ninfe
 
 SEMIRAMIDE
 
    Quel guerrier che al campo riede,
 quel nocchier che il porto afferra,
175dopo l’armi e le tempeste,
 ha ragion, se n’è contento.
 
    Chi giammai di cure infeste
 non provò l’acuto morso
 poco intende e poco crede
180tutto il ben di un godimento.
 
 Eravate già belle,
 già care agli occhi miei, voi piagge apriche,
 e tu, diletto padre,
 e voi, compagne amiche.
185Ma da insidia e furor messa in periglio
 di non più rivedervi,
 quanto più vaghe or siete!
 Quanto più mi piacete!
 SIMMANDIO
                                             A me la sorte,
 figlia, de’ primi amplessi.
 SEMIRAMIDE
190Signore, io non sarei fra le tue braccia
 senza il valor di Aliso.
 ALISO
 Io ’l tuo esempio seguii. Di quegli audaci,
 chi al tuo dardo fuggì nel mio cadette;
 e son anche opra tua le mie vittorie.
 SIMMANDIO
195Deh! Qual darò mercede al tuo valore!
 ALISO
 Quella, o Simmandio, che tu puoi, non curo;
 e quella, che vorrei, tu non potresti.
 Basta al fedele Aliso
 di aver posta per te, bella Semira,
200quella vita in cimento
 che da’ primi anni suoi ti offerse in voto;
 e se un giorno dirai che de’ tuoi primi
 pudichi affetti egli non era indegno,
 tutto il premio otterrà dal tuo bel core
205chi per la tua grandezza
 svenata ha la speranza e non l’amore.
 SEMIRAMIDE
 Aliso, in verun tempo
 obblio non coprirà le chiare fiamme
 che primo in me accendesti ; e ne avrò gloria.
210Saresti mio; ma il fato
 si oppose. Ov’ei ne trae, seguirlo è forza.
 Ei sol far non potrà che a la tua fede,
 potendolo, io non dia gl lode e mercede.
 ALISO
 
    Posso perderti e vo’ amarti.
215Se per me non è la sorte,
 sia la fede almen per me.
 
    Virtù avea per meritarti;
 volea amor che fossi mia;
 ma ’l destin mi tolse a te.