Semiramide in Ascalona, Venezia, Marciana, parzialmente autografo
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SCENA IV
ARBACE
ARBACE
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Ah! Che in mezzo a quell’ire
veggo ancora il suo amor. Non fa tal senso
la perdita di un ben che non si curi.
Cor mio, che si può far? Ti vuole il fato
amante di beltà superba e fiera.
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Soffri, io ti dico. Ella d ti disse spera.
Che si può far?
Conviene o non amar
o amar con tolleranza,
sperando di goder.
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Ristoro è de le pene,
vigor de la costanza
la spene del piacer. (Preceduta dal suono di pastorali strumenti e da lunga schiera di pastori e di ninfe, che tutti portano in mano rami di allori intrecciati di fiori rose, con ghirlande di fiori in capo, a foggia di pastorale trionfo, vedesi scender dal monte Semiramide, accompagnata da Aliso e da Simmandio. Cessa qui il suono pastorale e Semiramide canta)