Semiramide in Ascalona, Venezia, Marciana, parzialmente autografo

 ARGOMENTO
 
    Semiramide, che fu moglie di Nino e regnò sugli Assiri dopo la morte di lui, fu nativa [illeggibile] di Ascalona, città antica e nobile della Siria, il che non solo da più scrittori viene asserito ma confermato ancora da molte medaglie, quivi battute in tempo degl’imperadori romani, nelle quali ella si vede scolpita. Fu creduto che suo padre fosse un certo Simma, pastore di quel contorno, al quale io do il nome finto di Simmandio, scoprendolo poi per Oropaste, già principe di Ascalona, donde in sua giovanezza era stato cacciato da Nino suo vincitore. Semiramide fu prima amante e anche veramente moglie di Mennone che era governatore della Siria e uno de’ satrapi principali e favoriti di Nino. Passò ella dipoi alle, vivente Mennone e in tempo che la guerra facevasi agli contra i Battriani, alle seconde nozze con Nino, il quale, per racconsolarlo di tal perdita, gli offerse le nozze di in moglie una propria figliuola che però nel dramma si dice finge esser sorella di Nino; ma Mennone, spinto dalla disperazione e dalla gelosia, s’impiccò con un laccio. Questo argomento, tratto in parte da Diodoro (libro II), da Giustino e da altri, è il principale fondamento del dramma, dove si frappongono, ad arricchirne il viluppo, gli amori di Belesa, di Arbace e di Aliso.
    La scena è nelle campagne di Ascalona, presso al tempio di Venere Urania.