Gianguir, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA PRIMA
 
 SEMIRA e JASINGO
 
 SEMIRA
 Data è dunque la fede?
595Mi tradisce Cosrovio? E mi pospone
 alla figlia di Zama? Oh dei!
 JASINGO
                                                    Semira...
 SEMIRA
 Chi creduto l’avria? Tante promesse?
 E tanti affetti? E tanti giuramenti?
 JASINGO
 Eh, da’ luogo a ragion.
 SEMIRA
                                           Che puoi tu dirmi
600in discolpa del perfido?
 JASINGO
                                              Egli, vista
 nel comando la forza e nel rifiuto
 l’inevitabil pena,
 che far potea? Finger ossequio al padre...
 SEMIRA
 E sposarsi a Miraca.
 JASINGO
                                        Ancor nol fece.
 SEMIRA
605Ma lo farà. Forse a quest’ora al fianco
 della rival, de’ torti miei si ride.
 JASINGO
 Quante volte tu stessa
 a simular lo consigliasti!
 SEMIRA
                                               In campo
 farlo era giusto e non in faccia al vile
610talamo di colei.
 JASINGO
 Pria che lui condannar...
 SEMIRA
                                               Già son tradita.
 JASINGO
 L’ira...
 SEMIRA
                Lasciami. Parti.
 Vo’ restar tutta in preda all’ira mia.
 JASINGO
 Mal si accorda ragion con gelosia.
 
615   Del cieco tartaro
 e dell’eterna notte
 sei figlia squallida,
 barbara gelosia.
 A furia così ria, deh, chiudi il seno.
 
620   Men freddo è il Caucaso,
 meno la Libia ardente,
 di tigre e d’aspide
 meno letale il dente.
 Scaccia quel gel, quel foco e quel veleno.