Gianguir, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA PRIMA
 
 ZAMA, COSROVIO e MAHOBET, tutti col lor seguito
 
 ZAMA
 Al mio sposo e signor, che a noi sen riede,
 più che d’ostri, di lauri adorno il crine,
 mi affretta il suo comando e l’amor mio.
 Tosto, o servi, il più ricco
5palanchin mi s’appresti; e tu che a parte (Si partono otto schiavi indiani)
 sei di sue glorie, o Mahobet invitto,
 a me qui espon suoi chiari gesti.
 COSROVIO
                                                             Io pure
 del felice sultan ne’ grandi acquisti
 onorerò la tua virtute, o duce.
 MAHOBET
10Poiché sovra le torri
 di Kandahar le trionfali insegne
 alzò il possente regnator de’ Persi,
 scese nell’Indostan, qual rovinoso
 torrente. Alla gran piena
15Gianguir s’oppose; il corso
 ne arrestò, ne rispinse. Al primo giogo
 Kandahar ricaduta e sotto il nostro
 acciar cresciuto fora
 il nimico terren d’ossa e di stragi;
20ma...
 COSROVIO
             Chi tarpò della vittoria i vanni?
 ZAMA
 E chi repente il mio Gianguir mi rese?
 MAHOBET
 Chi? Lo dirò, le interne
 risse tra’ suoi più cari. A lui fu d’uopo
 trascurare il trionfo e quasi a forza,
25al nimico anche vinto offrir la pace.
 Ei riede; e la sua vista
 o in dover riporrà le torbid’alme
 o farà sbigottir le più ostinate. (Vengono gli otto schiavi, portando sopra le spalle il real palanchino, e poi lo depongono alquanto addietro, fermandovisi d’intorno in atto di aspettare la regina)
 ZAMA
 In me dal suo ritorno altro non sorge
30senso che di piacer. Già a lui mi chiama
 il dover, che l’onora, e il cor che l’ama.
 
    Con più gioia e con più gloria,
 nel mio sposo abbraccerò
 e l’amante e il vincitor.
 
35   E più bello il rivedrò,
 dell’illustre sua vittoria
 nell’amabile splendor. (Entra nel palanchino e condottavi da’ suoi schiavi parte, tolta in mezzo dalle sue guardie, due delle quali la copriranno dal sole con due ombrelle d’oro che sosterranno a’ due lati del palanchino)