Gianguir, Vienna, van Ghelen, 1724

 SCENA VIII
 
 GIANGUIR, ZAMA, ASAF e MAHOBET
 
 GIANGUIR
 A te, cui l’alto senno,
 più che l’alma beltà, rese a me cara,
 lascio il poter sovra il destin de’ rei.
 Pesa i tuoi torti e i miei.
1440Padre e re, tal son io che in me parrebbe
 o codardo o tiranna,
 nel lor fato il perdono o la condanna.
 ZAMA
 Signor, nel gran giudicio, a cui mi eleggi,
 avrò a cor la tua pace e la mia gloria. (Gianguir sale sopra il trono, servito da Mahobet)
 ASAF
1445Per Semira, o germana, umil ti priego.
 Ella è amabile oggetto a’ miei pensieri.
 ZAMA
 Giusta esser deggio e l’amor tuo disperi.
 MAHOBET
 O del Mogol eccelsa regnatrice,
 serba al trono l’erede, al padre il figlio.
 ZAMA
1450Già presi da equità norma e consiglio. (Ascende anch’essa sul trono, servita da Asaf)
 MAHOBET
 (Implacabile è sdegno in donna offesa).
 ASAF
 (Semira è infida e pur ne piango il fato).