Gianguir, Vienna, van Ghelen, 1724

 SCENA VII
 
 SEMIRA e COSROVIO con guardie
 
 COSROVIO
 Semira, anima mia, son questi i nostri
1410trofei? Queste le nozze? E questo il regno?
 SEMIRA
 Il destin non ne volle appien felici.
 Ma temé o pur non seppe
 disgiugnerne il crudel. Questa era morte.
 COSROVIO
 La morte non avria con che atterrirmi,
1415te salva, o del mio cor parte migliore.
 SEMIRA
 Lungi da te un disio che mi vorrebbe
 più infelice o men forte o meno amante.
 COSROVIO
 Deh! Chi avrà mai sì di macigno il petto,
 cui non prenda pietà di sì bell’alma?
 SEMIRA
1420Al giudice che avrem, farà più senso
 versar sangue real. Chi sa? Vi è ancora
 scampo per te. Vi è un imeneo. Vi è Zama.
 Verrà tutta a sfogarsi in me la pena.
 COSROVIO
 No. Mille morti pria. Son di Semira.
 SEMIRA
1425E di Cosrovio anch’io.
 A DUE
 Sia questo il nostro fato,
 viver o morir teco, idolo mio.
 
    Placide a miglior vita
 passin nostr’alme fide.
1430Morte non le divide;
 né a pianger resta amor.
 
 SEMIRA
 
    Ma se ne dividesse
 rabbia di avversa sorte,
 questa sarebbe morte,
1435questo saria dolor.