Gianguir, Vienna, van Ghelen, 1724

 SCENA IV
 
 GIANGUIR e poi MAHOBET con guardie in lontano
 
 GIANGUIR
 La donna per instinto ama i soavi
 consigli, odia i severi;
 e non sa che del trono
1270prima base è ’l timor.
 MAHOBET
                                          Là vi arrestate (Alle guardie in lontano)
 col prigionier; né sia chi avanzi il passo
 sino ad altro comando. (Si avanza verso il re)
 GIANGUIR
 (Qui ’l duce. Rimembrando
 i torti e i benefici, io n’ho rossore).
 MAHOBET
1275Se colui che poc’anzi discacciasti,
 qual traditor, dal tuo reale aspetto...
 GIANGUIR
 Deh! Mahobet, compisca
 tua virtù il suo trionfo; e del passato
 non mi far sovvenir che in quella parte,
1280ove tanto ti debbo.
 MAHOBET
                                     Io quello feci
 ch’era al mio re tenuto e a l’onor mio.
 GIANGUIR
 Ciò ch’io pur debbo adempierò. Ripiglia
 e grado e stima e amor.
 MAHOBET
                                              Concedi ancora
 ch’io ripigli in favor di un infelice
1285amicizia e pietà.
 GIANGUIR
                                 Che? Tu in difesa
 di quel ribel mi parleresti ancora?
 In esempio al Mogol, giust’è ch’ei mora.
 MAHOBET
 Esempio nel tuo regno e nel tuo sangue
 straniero e periglioso.
1290Tacerò che clemenza
 è la virtù dei re, che su la preda
 infieriscon le tigri e al generoso
 lion basta aver vinto.
 Dirò sol che in te stesso
1295tu rifletta, o sultan. Tu fosti, e forse
 con pretesto minor, figlio ribello.
 Cosrovio t’imitò. Tu imita il padre.
 Da’ il perdon, se l’avesti.
 GIANGUIR
 L’ebbi ma ravveduto, umil, prostrato.
1300Non così l’empio. In rabbia ed in orgoglio
 vinto imperversa; e la sua morte io voglio.
 MAHOBET
 E sarà questa morte
 d’altre stragi feconda. Io te l’annunzio,
 non ch’io pensi d’alzar di nuovo il braccio
1305ma perché mille spade
 sento fischiare in alto orribil suono
 intorno al tronco busto e al regio trono.
 GIANGUIR
 S’ei non cade al mio piè, re più non sono.
 MAHOBET
 
    Mora, se vuoi così, mora il tuo figlio;
1310ma un dì lagrime dal ciglio
 il dolor ti spremerà.
 
    Tardo inutil pentimento!
 cui sarà di più tormento
 l’affrettata crudeltà.