Gianguir, Vienna, van Ghelen, 1724

 SCENA III
 
 GIANGUIR con guardie e ZAMA
 
 GIANGUIR
 Vincitor io ritorno e tu sì mesta?
 ZAMA
 O dio!... Sposo... Gianguir... Quasi la gioia
1230fa ciò che il duol non valse...
 GIANGUIR
 S’io tardava, il facea. Su. Cor ripiglia.
 ZAMA
 Ma come? Io ti piangea. Tu in libertade?
 Tu vincitor? Qual dio? Qual braccio il fece?
 GIANGUIR
 Quello onde men l’attesi. Il generoso
1235Mahobet. O seguiti
 avessi i tuoi consigli! Erano in fuga
 mie schiere, io tra catene. Ecco il gran duce
 d’Agra sortir. Stuol forte il segue; e tosto
 cangia faccia il conflitto, il fier Cosrovio
1240vinto e prigione, me sciolto e trionfante.
 Cento de’ più felloni
 pagar già col lor capo il fio di tanta
 malvagità. Chi gli ha sedotti attenda
 destino egual. Re non mi volle e padre.
1245Giudice m’abbia.
 ZAMA
                                   Se negli alti arcani
 di tua mente sovrana aver può parte
 zelo di fida moglie, ella si ascolti.
 GIANGUIR
 So il tuo senno e ’l tuo amor. Ma un vil perdono
 non consigliarmi.
 ZAMA
                                   Ah! Questo
1250degno è di te.
 GIANGUIR
                            Quel perfido n’è indegno.
 ZAMA
 Offeso più, tanto più sii pietoso.
 GIANGUIR
 Necessaria è sua morte al mio riposo.
 ZAMA
 Cosrovio è alfin tuo figlio.
 GIANGUIR
                                                 E di ubbidirmi
 maggior debito avea, perché mio figlio.
 ZAMA
1255Se fra i delitti suoi conti Miraca...
 GIANGUIR
 Miraca, Asaf, il padre, il re e cent’altre
 sue colpe e l’armi e ’l sangue e le ritorte.
 Mi sprezzò. Mi fu iniquo; e avrà la morte.
 ZAMA
 
    Benché sia donna e moglie,
1260credi ai consigli miei.
 Tu sol l’oggetto sei
 di quel sincero amor che parla in me.
 
    Me non invidia accende,
 non cupidigia o spene
1265ma sol la gloria e ’l bene
 di te, mio sposo e re.