Gianguir, Vienna, van Ghelen, 1724

 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: anfiteatro nella gran piazza di Agra, le cui estremità nella facciata sono congiunte da un arco trionfale con due porte minori chiuse ai due lati di esso, ricco trono imperiale alla parte destra e in lontano una parte del Mahal o sia del palazzo imperiale; in fine de l’atto si vedrà avanzarsi magnifica trionfal macchina, sostenuta da un elefante, sopra cui siedono i due gran sultani del Mogol.
    Nell’atto secondo: gabinetto di porcellane con due porte che corrispondono ad altri appartamenti.
    Nell’atto terzo: viali di palme che l’una con l’altra intrecciandosi formano tre vaghi ombrosi passeggi, terminando in lontano in una deliziosa.
    Nell’atto quarto: rotonda con galleria d’idoli indiani nel palazzo di Mahobet, illuminata di notte con porta nel mezzo, e altra all’uno dei lati; campagna intorno ad Agra, la cui gran porta con ponte vedesi da uno dei fianchi, dall’altra parte alloggiamenti militari, in fondo monte ingombrato da tende e da soldati.
    Nell’atto quinto: cortile del palazzo imperiale; salone imperiale con ricco trono; verso il fine scende dall’alto una gran nuvolosa, la quale a poco a poco dissipandosi dà luogo alla veduta di macchina luminosa, rappresentante la reggia del Sole.
    Le scene e le altre apparenze sono rara invenzione del signor Giuseppe Galli Bibiena, primo ingegnere teatrale e architetto di sua maestà cesarea e cattolica.