Gianguir, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA X
 
 SEMIRA e i suddetti
 
 GIANGUIR
1060Cosrovio, eccoti Alinda. A lei nel volto
 leggi il suo cor. Se non ti basta il guardo,
 ti confonda l’udito. Odi qual parli.
 COSROVIO
 Possibile che a tanto
 giunga tua sconoscenza, ingrata donna?
 SEMIRA
1065Possibile che a tanto
 giunga tua cecità, credulo amante?
 Sì mal conosci Alinda? Ella detesta
 esser di fellonia sprone e mercede.
 Asaf abbia sua stima, abbia sua fede.
 JASINGO
1070(Son fuor di me).
 COSROVIO
                                   Ti opprima,
 deluso cor trad mio cor tradito, onta, dispetto ed ira.
 GIANGUIR
 Che vuoi di più? Così ti parla Alinda.
 SEMIRA
 Parla Alinda così ma non Semira.
 GIANGUIR
 Semira?
 SEMIRA
                   In questo nome
1075riconosci, o Gianguir, la triste erede
 del già ucciso Badur. Badur che Badur, che stese
 libero e giusto impero
 in Cambaia e Sorate, a me fu padre.
 O non mai sazia avidità di regno!
1080Gli fe’ guerra Akebar. Tu lo irritasti,
 non con altra ragion che di rapina.
 Padre meschin! Tu per Spogliarlo
 non vi bastò di regno.
 Lui privaste di vita e tre con esso
1085innocenti suoi figli. Egual destino
 mi sovrastava. Oh! Fosse
 piaciuto al cielo, in quell’età che ignora
 qual sia vita e qual morte.
 Ma pietà fosse o provvidenza, io vissi
1090e vivo, in tuo gastigo
 serbata dagli dii. Tremane. Il braccio
 ecco che sosterrà la mia vendetta.
 D’Agra uscir non potea. Giovommi inganno.
 Son col mio re, son col mio sposo alfine;
1095e a celebrar verremo
 lieto imeneo ma su le tue ruine.
 COSROVIO
 (Respiro).
 JASINGO
                      (Or l’arti intendo).
 GIANGUIR
 Tu m’hai deluso, è vero.L’orme seguisti Il frutto io colsi
 del sesso, usando inganno. Io ’l frutto colsi
 di chi a femmina crede. Or dopo il padre,
1100ad ingannar ti accingi
 il figlio ancora e qual non sei ti fingi.
 Guardati da costei,
 Cosrovio. L’infedel temi in Alinda,
 la nemica in Semira.
 Beltà sempre funesta a la tua pace
 COSROVIO
  L’odio ira egualmente e l’amor suo mi piace.
 COSROVIO
1105Qui più vano è ’l garrir. Campion già sono
 del furor furor de l’odio di Semira e del mio trono.
 GIANGUIR
 Perfidi! Addio, pria che vi salga in mente
 l’idea di nuovo eccesso.
 COSROVIO
 Ricuso da viltade
1110ciò che avrò da valore. Io guerra voglio.
 GIANGUIR
 E in tua pena l’accetto. Andiam, Jasingo,
 fra tanti che ho d’intorno, o a me sol fido.
 JASINGO
 De’ tuoi nemici anzi il più fier. Fu gloria
 del mio zelo e dover salvar Semira
1115da la tua rabbia. Ho in lei la mia regina
 né conosco in Gianguir che il mio tiranno.
 GIANGUIR
 Crescete pur, crescete, empi, in mio danno.
 
    Quanti più avrò nemici,
 tante darò più vittime,
1120anime scellerate, al mio furor.
 
    Ardon già l’ire ultrici
 contra perfidia e inganno;
 e a voi sarò tiranno
 che re mi disprezzaste e genitor. (Parte alla volta del campo. Jasingo va sopra il colle ad osservarlo)