Gianguir, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VI
 
 ZAMA e i suddetti
 
 ZAMA
 Non mai con più dolor venni al tuo aspetto.
 GIANGUIR
 Zama, perché?
 ZAMA
                              Sottratto a’ suoi custodi
760si è ’l principe feroce.
 GIANGUIR
 Ei sol tanto poté?
 ZAMA
                                   No, che a la fuga
 li costrinse de l’armi il primo duce.
 GIANGUIR, ASAF
 Mahobet?
 ZAMA
                      Amico al prence.
 ASAF
                                                       E a te fellone.
 ZAMA
 Cosrovio appena in libertà si vide,
765che a la porta maggior d’Agra si spinse
 e ne uscì, non trovando resistenza,
 e con «viva» l’accolse il vicin campo.
 ASAF
 O mal sempre temuto!
 GIANGUIR
 Seguillo Mahobet?
 ZAMA
                                     Ei ne la reggia
770stassi e con tal riposo,
 come se autor sia di lodevol opra.
 GIANGUIR
 Asaf, or sia tua cura
 che il capo di colui qui a me si rechi;.
 Eccoti il regio impronto. (Gli dà il sigillo reale)
 ASAF
775Celere ossequio al grand’onor risponda. (Parte Asaf con altre guardie, poche restandone con Gianguir)