Euristeo, Vienna, van Ghelen, 1724

 SCENA ULTIMA
 
 AGLATIDA e i suddetti
 
 CISSEO
 Figlia, a regio consorte omai congiunta,
 lascio al tuo cor che in libertà qui ’l trovi.
 AGLATIDA
 (Povero cor!) Padre, perdona. In Glaucia
 l’odio. Nol vo’ in Clearco. Egli è d’Ismene.
1180In Ormonte... Ah! Tal fosse.
 CISSEO
                                                     E in Euristeo?
 ISMENE
 Deh! Più non tormentar le due bell’alme. (A Cisseo)
 AGLATIDA
 In Euristeo?
 CISSEO
                          D’Ismene,
 sì, nel fratel, nel prence argivo.
 AGLATIDA, ORMONTE
                                                          O dei!
 CISSEO
 Figlia, da me il ricevi; e quel tu sei. (Presa la mano d’Aglatida, la presenta ad Ormonte)
 AGLATIDA
1185Tu Euristeo? Tu ’l mio sposo?
 ORMONTE
                                                        Io son sì oppresso
 da la copia de’ beni...
 È sogno? È inganno il mio? Re. Amico. Ismene.
 ISMENE
 Dimmi germana. Anche per me un amplesso.
 ORMONTE
 Ma per qual via?...
 CISSEO
                                     Fia tempo
1190di saperne gli eventi. Or pio dovere
 pronti ne chiama a ringraziar gli dei,
 da cui solo quaggiù deriva il bene.
 ISMENE
 Tutto or avrai, Clearco, il cor d’Ismene.
 CORO
 
    Tu di regi e tu di dei
1195germe illustre, amabil dono,
 sei la gioia e l’amor sei
 di più voti e di più regni.
 
    Meritava un sì gran bene
 tutto il zel de’ nostri affanni.
1200Risarcite hai l’aspre pene
 e ripressi i rei disegni.