Andromaca, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA IV
 
 PIRRO ed ELENO
 
 ELENO
 O generosa, o misera regina!
 PIRRO
 Eleno, a’ miei contenti
 volea opporsi fortuna. Il fiero Oreste,
405da Ermione spinto, esser dovea nel tempio
 l’assassino omicida di Pirro.
 Me ignaro, e ben tel dissi,
 ordir non si potean trame in mio danno.
 Son disposti i ripari. A lui l’ardire
410verrà meno o la forza. Avrei su entrambi
 ragion ma in quella il sesso
 rispetto, in questo il padre. Assai di Ermione
 mi vendica il suo sprezzo, assai di Oreste
 il disonor de l’ assassinio enorme attentato assassi assassinio enorme.
415Non si funesti il dì de le mie nozze
 con l’altrui sangue. Andiamo.
 ELENO
 Ah! Non fur mai nozze più infauste, o sire.
 PIRRO
 Temi per Astianatte? Ulisse è padre
 e sa chi è Pirro. Andiamo.
 ELENO
420Né mai sparse fur l’are
 di sangue più innocente.
 PIRRO
 Non intendo. Che parli?
 ELENO
 Parlerei, se credessi in te possente A l’eroe parlerei non a l’amante
 in te forse l’eroe più che l’amante.
 PI
 Andromaca m’inganna,? O vuol tradirmi?
 ELENO
 No, signor. Fino a morte
425l’avrai fida e consorte.
 Ma... Il dirò pur, che dirlo
 deggio, onde tua virtù le sia in soccorso;
 ma la sua morte vedovo e dolente
 ti lascerà a l’altar. Sarà a sé stessa
430vittima e sacerdote. Altro consiglio
 non vuole e le due estreme
 voci per lei saranno Ettore e ’l figlio.
 PIRRO
 O fulmine che abbatte ogni mia spene!
 O a me ingrata! O a te iniqua
435Andromaca! E fia vero? Torle di mano
 saprò quel ferro e del morir la via.
 ELENO
 Una non basta., Ttutte
 non puoi, che a chi vuol morte
 tutto impedir si può, fuor che la morte.
 PIRRO
440Che farò?
 ELENO
                     T’apre il cielo
 con che oscurar le tue, con che di Achille
 le glorie andate. È tempo, o re, d’un grande
 atto che illustri tua memoria e vita.
 Mille rischi d’intorno
445stanno al tuo amor. Cader d’Ulisse il ferro
 può su Astianatte, il tuo
 sopra il figlio di Ulisse. Oreste è armato
 dal comando di Ermione.
 Ermione dopo lui la Grecia tutta
450metterà in armi. Vinto o vincitore,
 il tuo Epiro arderà di civil guerra.
 Tanto avverrà, s’anche il tuo amor fia lieto.
 Ma Andromaca nol vuole. A A me vederla
 par nel suo sangue involta, in braccio a Pirro
455cader. Qual per te alor pena e rimorso!
 Ne taccio il più; ciò che far dei pur taccio.
 Meglio l’udrai da ’l il dirà la tuoa grand’ core alma; o meglio
 anche l’udrai dal divo Apollo, onde fui spinto
 a parlarti così. S[illeggibile] Vuoi? Core e hai vinto.
 
460   A grand’alma per vincer amore
 sol basta voler;
 e ragione reprime i sospiri.
 
    Se a l’arbitrio, che è dono del cielo,
 mancasse il poter,
465non sarebbe che aggravio del core
 e vil servo di sciocchi desiri.