Euristeo, Vienna, van Ghelen, 1724

 ARGOMENTO
 
    Euristeo, figliuolo di Temeno re d’Argo, della discendenza degli Eraclidi, fu esposto per comandamento dell’oracolo nel bosco del tempio di Giove olimpico in Elide, dove fu trovato e allevato sotto nome di Ormonte da Tersandro, custode del tempio. Crebbe egli quivi in compagnia di Erginda, figliuola di esso Tersandro, da cui in capo a molti anni avendo inteso non essere suo figliuolo, come fino ad allora aveva stimato, determinò di partire, come fece furtivamente da lui, e di tentare altrove la sua fortuna. Portossi adunque alla corte di Cisseo, re di Macedonia, il quale allora essendo in guerra con Epigene, re di Tessaglia, e dopo molte sconfitte trovandosi da lui assediato in Edessa sua capitale, erasi con pubblico editto obligato di dare in moglie l’unica sua figliuola, Aglatida, a chiunque vincesse ed uccidesse Epigene e da tale angustia e pericolo lui liberasse e ’l suo regno. Mossi dalla grandezza del premio, i principi circonvicini vennero a Cisseo con le lor forze in aiuto, fra i quali Clearco dell’Etolia e Glaucia dell’Illirio; ma tutti vi restarono vinti e l’ultimo anche gravemente ferito. In più incontri erasi in tal mentre segnalato Ormonte di tal maniera che, per la ferita di Glaucia e per l’applauso de’ soldati innalzato da Cisseo al supremo comando dell’armi, fatto un ultimo sforzo, ebbe la buona sorte di uccidere Epigene in una campale battaglia e di liberare la città dall’assedio. Dimandò il prezzo della vittoria e non senza difficoltà finalmente l’ottenne nella principessa Aglatida ma solo dopo essere stato riconosciuto, col mezzo d’Ismene, sua sorella che allora trovavasi in corte del re Cisseo, e con quel di Erginda che quivi lo aveva seguitato, per Euristeo principe d’Argo. Ciò che v’ha di fondamento istorico e di favoloso nel dramma può ricavarsi da Igino, da Velleio, da Pausania e da altri, avvertendosi solamente che il nome di Euristeo è finto, in luogo di quello di Archelao che gli danno alcuni de’ sopradetti scrittori; il che si è dovuto fare non senza giusti motivi.
    La scena è nella reggia di Edessa, capitale antica della Macedonia.