Euristeo, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA PRIMA
 
 ERGINDA
 
 ERGINDA
 Coronatemi il crin, rose e ligustri.
 Spente le tede e rovesciata è l’ara
795de l’infausto imeneo. Si è fatta alfine
 la mia vendetta. Io non sarò in amore
 misera sola. Ormonte
 coi pianti miei confonderà i suoi pianti.
 Godiam, cor mio. Ma tu sospiri ancora?
800Che più vorresti? Intendo. In te rinasce
 speme e desio. Chi sa? Già vede Ormonte
 le regge inique e le grandezze infide.
 Dispetto in lui scaccerà fasto; e ancora
 le natie selve e la fedele Erginda
805richiameran quell’innocente affetto
 ch’era un tempo sua pace e suo diletto.
 
    Sotto un faggio o lungo un rio
 spero ancor con l’idol mio
 starmi assisa, o selve amate.
 
810   E con lui di quando in quando,
 or ridendo, or sospirando,
 rammentar le pene andate.
 
 Per introduzione del ballo pastorale in fine dell’atto II:
 
    Ninfe amiche, in sì bel giorno
 danzi il piè, se brilla il core.
 
815   Festeggiarlo a noi conviene;
 né minor del nostro bene
 sia ’l piacer del nostro amore.
 
 ATTO TERZO