Andromaca, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IV
 
 ANDROMACA, ASTIANATTE e ULISSE
 
 ANDROMACA
 Figlio, mio solo bene
 e mio solo dolor, se col prostrarne
 al carnefice tuo pietà sperassi,
1015al suo piè mi vedresti
 gittarmi ed irrigarlo
 di lungo pianto; e a te direi: «Tu germe
 di tanti re, di tanti eroi, tu ancora
 supplice la man porgi;
1020né stimar vergognoso
 ciò che fortuna a’ miseri prescrive».
 Ma so che van sarebbe il prego e il pianto
 e in quel crudel più cresceria fierezza.
 Tu dunque in sì rio passo,
1025per quanto puoi... Dirti volea... Fa’ core.
 Ma Andromaca non l’ha. Cedo al dolore.
 ASTIANATTE
 Molto ho finor taciuto e lungamente
 in me fremé natura.
 Nel fior degli anni e appena
1030conosciuta la vita,
 dover lasciarla aspro pareami e atroce;
 ma alfin natia virtù soccorse il frale
 e mi diè forza e spirto. Addio, diletta
 madre. Vado a morir. Tu piangi? Oh dio!
1035Sento morte in quel pianto.
 ANDROMACA
                                                     Ahi, figlio mio!
 ULISSE
 Ti affretta; (Ad Astianatte) e tempo a lagrimar tu avrai. (Ad Andromaca)
 ASTIANATTE
 
    Andrei, se non piangessi,
 con più costanza a morte.
 Madre, non pianger più.
 
1040   Dammi gli estremi amplessi.
 Vissi assai dì, se posso
 chiuderli con virtù. (Astianatte, accompagnato da due soldati, ascende per le ruine sopra la torre)
 
 ULISSE
 Volgiti e mira con che franco aspetto
 sale il tuo figlio...
 ANDROMACA
                                  Oh sempre
1045vile, o sempre inumano, o sempre Ulisse,
 te sospingano i flutti
 di mare in mar ramingo. Assorti i fieri
 compagni tuoi, sol tu ne sii rifiuto;
 e l’omicida tuo sia nel tuo sangue. (Vedesi Astianatte coi due soldati asceso su l’alto della torre)
 ULISSE
1050Grida; ma il tuo Astianatte
 sta già su l’alto. Io già do il segno... (Ulisse, preso in mano il suo fazzoletto in atto di volerlo alzare verso quegli che sono già su la torre, Andromaca corre a trattenerlo e poi furiosa verso la torre si spinge)
 ANDROMACA
                                                                  O numi.
 Pirro. Ulisse. Pietà. Sovra me cada
 quel caro peso. Esso me opprima ancora.