Andromaca, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IV
 
 ELENO, TELEMACO e ASTIANATTE
 
 ELENO
680Siam soli. Omai da quelle
 ruine uscite, accelerate il passo. (Escono Astianatte e Telemaco di sotto ad alcune ruine)
 TELEMACO
 Cessò ancora il sospetto?
 ASTIANATTE
                                                Onde il periglio?
 ELENO
 Sete ha del vostro sangue il fiero Ulisse.
 TELEMACO
 Pubblica voce il grida
685artefice d’inganni e tradimenti. (Eleno tenta di alzare una pietra che chiude l’ingresso al sepolcro d’Ettore)
 ASTIANATTE
 Oh, se l’incontro e al fianco
 siami un acciaro o nella destra un dardo!
 TELEMACO
 Che fai, signor?
 ELENO
                                Questo gran sasso appena
 smover posso io.
 ASTIANATTE
                                 Nel sacro
690avel del genitore, a che si turba
 alle onorate ceneri il riposo?
 TELEMACO
 Forse acciò le sparghiam d’edere e fiori.
 ELENO
 Pur l’alzai. Voi sicuri
 là vi ascondete.
 ASTIANATTE
                               Oimè! Che duro scampo?
695Dover, prima che morti, esser sepolti.
 ELENO
 Aspro ma solo. Dal furor nimico
 chi vi difenderà meglio del padre?
 TELEMACO
 Entriamci pur, che v’entrò prima Ettorre.
 Se ne arridono i fati, avrem qui vita;
700se ne ricusan vita, avrem sepolcro.
 
    Ne’ regni della morte
 entro a cercar la vita.
 
    Due volte, o padre forte,
 la vita a te dovrò,
705se questa rivedrò luce gradita. (Entra)
 
 ELENO
 E tu perché t’arretri? Il luogo sdegni?
 ASTIANATTE
 Il luogo onoro, del mio padre albergo;
 ma schivo di celarmi e il tengo a vile.
 ELENO
 I magnanimi spirti
710deponi e quelli abbraccia
 che ti dà il caso.
 ASTIANATTE
                                Ah, nol farebbe il padre!
 ELENO
 Se fuggi aver con lui comun soggiorno,
 l’altro, che già ubbidì, sarà il suo figlio.
 ASTIANATTE
 Tomba del padre mio, dunque ricevi
715il tuo Astianatte. Oh scellerato Ulisse! (Entra)
 ELENO
 Freno appena le lagrime. Già torno
 a rimettere il sasso e chiudo il varco. (Rimette il sasso al luogo di prima e chiude la sepoltura)