Andromaca, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA III
 
 PIRRO e ULISSE
 
 PIRRO
 Un ospite e un amico
390incontro con piacer nel saggio Ulisse.
 ULISSE
 Non so se in me ugualmente, invitto Pirro,
 accoglierai quel cui la Grecia elesse
 a parlarti in suo nome e cose a esporti
 ardue forse ma giuste.
 PIRRO
                                            E se son giuste,
395ardue a me non saranno. Ulisse parli.
 ULISSE
 Corre fama, ma fama
 spesso detrae bugiarda a’ grandi eroi,
 che tu, in onta de’ patti,
 di Menelao la figlia e la nipote
400del possente Agamennone t’accinga
 a rimandare in Sparta e del tuo Epiro
 sovra il trono a innalzar l’iliaca schiava.
 Vero siasi o mendace il suon che offende
 la tua fede e il tuo onor, vuolsi ch’Ermione
405sia, me presente, tua regina e sposa.
 PIRRO
 Ulisse...
 ULISSE
                  Altro a dir resta. A te, qual fosse
 Ettore, non è ascoso. Ei cadde e tutto
 ci volle il forte Achille e bastò appena.
 Ma che? Vive Astianatte. Ai Danai un altro
410Ettore in lui già cresce. Al piccol angue
 l’ancor tenero capo si conquida,
 pria che il morso e il veleno
 a noi ne giunga e a te che il covi in seno.
 PIRRO
 Ulisse, io mi credea che omai più noto
415fosse Pirro alla Grecia.
 Buon per me che a dar leggi,
 non a soffrirle, avvezza ho l’alma. Il nodo,
 a cui si vuol forzarmi, è già disciolto.
 Rieda Ermione agli Atridi.
420Io né qui la chiamai; né qui le diedi
 mia fede. Ella n’è paga; e se pur qualche
 dolor le costa Pirro, a lei già venne
 chi la può consolar.
 ULISSE
                                      Dunque al tuo fianco
 Andromaca vedrem...
 PIRRO
                                          Tra le divise
425spoglie, Andromaca a Pirro, agli altri greci
 sortì la sua. Ciascuno
 ne disponga a suo grado; e su la mia
 pieno anche a me si lasci
 l’arbitrio. D’Astianatte
430chi sa il destin? Le lagrime materne
 lo fan credere estinto. A lei sen chiegga.
 Ma della Grecia vincitrice è indegno
 il temere un fanciullo; e s’ei vivesse,
 a una madre meschina
435ricusar non saprei pietà e difesa.
 ULISSE
 Ah! Ciò faria d’Epiro un’altra Troia.
 PIRRO
 Arminsi pure i Greci.
 Furo ingrati ad Achille e il sieno a Pirro.
 Ma per prova già san quanto a temersi
440l’ira sia de’ Pelidi.
 ULISSE
 Tu la loro amistà dunque ricusi?
 PIRRO
 Amici no, tiranni gli ricuso.
 ULISSE
 Orsù, pria d’Astianatte
 giovi esplorar la sorte; e tu d’Ermione
445risolviti alle nozze, anzi ch’io parta.
 PIRRO
 Puoi già disporti a ricondurla a Sparta.
 ULISSE
 
    Con la ragion consigliati
 e non lasciarti vincere
 tanto da un cieco amor.
 
450   Troia, che miri in cenere,
 d’Asia saria regina;
 ma una fatal beltade
 accese in sua rovina
 l’incendio struggitor.