Andromaca, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IX
 
 PIRRO
 
 PIRRO
 Benché donna ed inerme, il suo furore
 non si trascuri e più, se la fomenti
 Oreste, amante, giovane e feroce.
 Ma con lei s’armi Oreste, Ulisse e quanto
270tien la Grecia, in mio danno, oggi mia sposa
 vo’ che Andromaca sia. Sol mi spaventa
 quel core, in cui col nome
 di virtù si sostiene odio e disprezzo.
 Ma cederà. L’astringeranno alfine
275a migliore consiglio
 l’util, la tema e la pietà del figlio.
 
    A colpi, a percosse,
 cede il ferro, la selce si spezza.
 Sol fiera bellezza
280più resiste d’acciari e di marmi.
 
    Ilio vinsi; e s’altro Ilio ancor fosse,
 a espugnarlo avrei sorte e valore;
 ma a vincer un core
 debol sono ed amor fa tremarmi.
 
 Il fine dell’atto primo