Andromaca, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA III
 
 ANDROMACA ed ELENO
 
 ANDROMACA
 Eleno ancor mi fugge?
 ELENO
 Andromaca, io fuggirti? Io che vorrei...
 ANDROMACA
 Soffri per poco ancora
 il tedio de’ miei mali. Essi qui tosto
60finiran con la vita.
 ELENO
 Tolgalo il ciel. Ma donde i rischi e l’onte?
 ANDROMACA
 Da Ermione. Ella gelosa
 che di Pirro l’amor m’alzi al suo trono
 e lei rimandi a Sparta, or vuol mia morte.
 ELENO
65E di Pirro l’amor non ti difende?
 ANDROMACA
 Gir li convenne ad acchetar sue schiere,
 d’Ilio già stanche e vaghe,
 dopo dieci anni, del natio paese.
 ELENO
 Ultime a che arrestarle il re d’Epiro?
 ANDROMACA
70Lo impetrò il mio dolor. Stavami a core
 salvar dall’odio acheo l’amato figlio.
 Come farlo, presenti i Greci irati?
 ELENO
 Più di tutti a temersi, Ermione or freme.
 ANDROMACA
 A quest’ara fuggii, non perché morte
75mi faccia orror ma perché il sacro asilo,
 sparso del sangue mio, provochi alfine
 sovra il capo di lei l’alte vendette.
 Al re tu affretta il passo. Ei forse a tempo...
 ELENO
 E ch’io ti lasci alla rivale in preda,
80potendo al fianco tuo morir con gloria?
 ANDROMACA
 No. Vivi. Alla tua fede
 commesso ho il caro figlio. A sé anche ignoto,
 fa’ ch’ei cresca alla speme
 dell’Asia; e allor conosca
85qual Telemaco sia, quale Astianatte,
 quando per lui risorger Troia e possa
 un altro Ettore in lui temersi. I Greci
 forse non avran sempre un altro Achille.
 ELENO
 Ma forse ancor qui avranno il noto Ulisse.
90Io il temo.
 ANDROMACA
                      E che ne sai?
 ELENO
                                                Più legni argivi
 testé vidi non lunge.
 ANDROMACA
                                        Oh numi!
 ELENO
                                                             Ad Ilio
 tutto è fatal ciò che da Grecia approda.
 ANDROMACA
 Andromaca ne tema; Ilio è distrutto.
 Va’, corri, affretta Pirro; e se al ritorno
95mi trovi estinta, ultimo uffizio sia
 di tua pietà far che lo stesso avello
 m’accolga in pace al mio consorte a canto.
 ELENO
 Ubbidirò. (Chiude le voci il pianto). (Si parte sollecito per la via del monte)