Andromaca, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA PRIMA
 
 TELEMACO, ASTIANATTE ed ELENO
 
 TELEMACO
 Innocenti diletti
 ne appresta il vicin bosco, ov’è nostr’uso
 inseguir belve inermi.
 ASTIANATTE
 Così a noi si affacciasse orso o cinghiale.
5Questo dardo e quest’arco
 lor farebbe sentir qual sia in questi anni
 del fort’Ettore il figlio.
 ELENO
 Altre fere, altri rischi oggi la vita
 minaccian d’Astianatte.
 TELEMACO, ASTIANATTE A DUE
                                              Io quegli sono.
 ASTIANATTE
10Se aggiunger alle stragi
 di mia casa real vuolsi la mia,
 cadrò né smentirò la stirpe e il padre.
 ELENO
 Voi qual sia il prezzo della vita e quale
 il danno della morte
15non giungete a capir. A chi vi regge
 lasciatene la cura; e pensier vostro
 sia l’ubbidir con pace. Ad ogni sguardo
 colà v’asconda il sacro orror del tempio.
 TELEMACO
 Ma, signor, se Astianatte oggi è in periglio,
20di’ che quegli io mi sia. Viva il fratello.
 ASTIANATTE
 Io mille vite cederei più tosto
 che non esser, qual son, d’Ettore il figlio.
 TELEMACO
 Deh, togline di dubbio e di rancore.
 ELENO
 Se non il sangue, ambo ne avete il core.
 ASTIANATTE, TELEMACO A DUE
 
25   Troia cadé. Ma vive
 chi vendicar la può.
 
 TELEMACO
 
   Io correr l’onde argive
 vedrò di sangue e pianto.
 
 ASTIANATTE
 
    E nuove palme al Xanto
30io rifiorir farò. (Entrano nel tempio)