Andromaca, Vienna, van Ghelen, 1724

 SCENA ULTIMA
 
 TUTTI
 
 PIRRO
 Prenci, in ciascun di voi tacciano alquanto
 pensier funesti e trame inique e sdegni.
 Non tue minacce, Ulisse,
1370non tue congiure, Oreste,
 sovra Pirro han poter. Di questa donna
 la virtù ne ha ’l trionfo. E sposa e madre
 ella m’insegna come amar si debba.
 ANDROMACA
 Eleno, che facesti?
 ERMION
                                     Ah! Siam traditi! (Piano ad Oreste)
 PIRRO
1375Andromaca, or conosci
 Pirro e s’egli era un degno
 d’Ettore successor. Col tuo Astianatte
 vivrai giorni beati; e non l’Epiro
 ma degli Adani il picciol regno è tuo.
1380Tal ei non è che un’altra
 Troia ne sorga a ingelosir la Grecia.
 Eleno verrà teco. A lei tu il figlio
 rendi, Ulisse. Ecco il tuo.
 ULISSE
                                                Ma se d’Ermione...
 PIRRO
 A lei già parlo e a Oreste. E qual indegno
1385pensier vi cadde in mente?... Ah! Si risparmi
 dei due maggiori Atridi,
 nei lor figli, la gloria.
 Ma de l’error la pena avrete; e questa
 sia l’imeneo già ricusato. Ermione,
1390eccomi sposo tuo. Dispetto il volle
 e vendetta n’è pronuba. Il tuo Oreste
 tornerà solo in Argo e desolato
 del tuo non meno piangerà il suo fato.
 ULISSE.
 Erano e Priamo e Troia
1395di Pirro i gran trionfi. Or n’ha un maggiore.
 Oh! Con qual gioia a divulgar tuoi fasti
 si accinge Ulisse! Estinti
 della guerra ecco i semi. Ermione è paga;
 né più nomi saran d’odio o di tema
1400Andromaca e Astianatte.
 Ciò che Pirro prescrisse
 Grecia vorrà. Mallevador n’è Ulisse.
 PIRRO
 Ma che risponde Ermione? (Si avanza verso Ermione)
 ORESTE
 Deh! Che farai?
 ERMIONE
                                Il dover. (Ad Oreste) Qui già da Sparta (Avanzandosi verso Pirro)
1405venni, o signor, per esser tua. Sprezzata,
 n’ebbi smania e furor. L’istesse offese
 ti provano il mio cor. Se men pregiato
 ti avessi, reso avrei sprezzo per sprezzo.
 Ma grave m’era il perderti. Or tua sono
1410e in tuo favor fo un nuovo sforzo... Il sai. (Guardando Oreste)
 Tu giusto a me sarai;
 e un dì queste, che or sono
 nozze a noi di dispetto e di dolore,
 ne saran di concordia e poi d’amore. (Si rimette nel mezzo a fianco di Pirro)
 ORESTE
1415Va’. (Confidati in donna, amante core).
 ANDROMACA
 Io non credea che in terra, Ettore estinto,
 fosse virtù rimasta.
 Ma ne la tua, gran re, scorgo il mio inganno,
 soprafatta così che, se in quest’alma
1420non vincesti l’amor, vinto hai lo sdegno.
 Memore de’ tuoi doni,
 farò voti per te; faralli il figlio;
 né in avvenir sarai
 per le sciagure mie solo immortale.
 PIRRO
1425Andromaca... A le navi
 vele apprestinsi e sarte.
 Troia fuggiam, sempre funesta a Pirro.
 ELENO
 Sereno è ’l ciel. (Chi più di me è felice?)
 TELEMACO
 Han pur fine, Astianatte, i nostri affanni.
 ASTIANATTE
1430Tu solo in me serbasti anche la madre.
 EUMEO
 Quante in un dì vicende or liete or meste!
 ULISSE
 Non più indugio. A le navi.
 PIRRO
 Tu in Itaca, tu in Argo e noi in Epiro.
 ORESTE
 Ma nel gaudio comun sol io sospiro.
 CORO
 
1435  Dio del lume, amico nume,
 a chi solca infidi mari
 l’onde acheta, i venti affrena;
 e ne reggi ai dolci lari.
 
    A te grati ergerem poi,
1440in baciar la patria arena,
 altri templi ed altri altari.
 
 Ballo di Troiani e di Greci.
 
 Fine del dramma