Andromaca, Vienna, van Ghelen, 1724

 SCENA II
 
 ERMIONE e poi ANDROMACA
 
 ERMIONE
 Or vanne e de’ miei scherni,
1185perfido re... Che veggio!
 Andromaca ad Ermione?
 ANDROMACA
                                                 Egri pensieri
 a disgrado del cor movono il piede.
 ERMIONE
 Una rival dolente è un dolce oggetto.
 ANDROMACA
 Godon de’ mali altrui l’alme volgari.
 ERMIONE
1190Tu sei l’amor di Pirro, io ’l suo rifiuto.
 ANDROMACA
 Io non t’invidierei tanta fortuna.
 ERMIONE
 Qual violenza e forza al tuo gran core!
 ANDROMACA
 Adattarsi al destin spesso è virtude.
 ERMIONE
 Già so quanto tu sia nemica a Pirro.
 ANDROMACA
1195Che si può far? Tra i giri de le cose
 varian anche gli affetti.
 ERMIONE
 La vedova di Ettorre un raro esempio
 verso il morto suo sposo era di fede.
 ANDROMACA
 Aspetta d’esser madre; e alor ragione
1200mi saranno i tuoi scherni.
 ERMIONE
 Non vo’ più ritenerti.
 Pirro, il figlio d’Achille,
 per cui vedova sei...
 ANDROMACA
                                       Mi attende al tempio.
 ERMIONE
 Felice nodo! Almeno
1205esserne spettatrice Ermione possa.
 ANDROMACA
 Giust’è. Doveva Ermione esserne parte.
 ERMIONE
 Ma que’ veli lugubri
 mal competono a sposa.
 ANDROMACA
                                              Eh! Poco nuoce
 al giubilo de l’alma il nero ammanto.
 ERMIONE
1210Povera Ermione! A te gramaglia e pianto.
 
    Non tanto insuperbir. Cresce in gran fiume
 anche quel ruscelletto;
 e quel torrente altier si rompe in sassi.
 
    Spande pianta i gran rami oltre il costume,
1215che poi, percossa o guasta
 da fulmine o da tarlo, arida stassi.