Andromaca, Vienna, van Ghelen, 1724

 SCENA V
 
 PIRRO con TELEMACO, in mezzo le sue guardie, e i sopradetti
 
 PIRRO
 O l’altrui viva o ’l figlio tuo pur mora.
 ULISSE
1055Pirro in mio danno?
 ANDROMACA
                                        Ah! Mio signor, soccorri
 la desolata Andromaca. Qui altr’armi
 non ho contra furor che inutil pianto.
 PIRRO
 Hai l’amor mio. Prendi coraggio e speme.
 ULISSE
 O Telemaco incauto, ove sei corso?
 TELEMACO
1060Per salvare il germano, in braccio a Pirro.
 PIRRO
 Pietà sì generosa
 tutt’altro esigeria che ferri e piaghe.
 Ma a te spetta esser padre; ed io, sol quanto
 vorrai, sarò crudele.
 ULISSE
1065Pirro, se ben m’avvidi
 che avevi in cor la nemistà co’ Greci
 non credei che in Ulisse
 ti fosse in grado esercitar le prime
 ostilità, quel sacro
1070titolo profanando, in cui sostengo
 di tanti re le veci.
 PIRRO
 Il titolo, che ostenti,
 non ti concede impunità a l’oltraggio.
 ULISSE
 La Grecia in Astianatte ha il suo nemico.
 PIRRO
1075E l’innocente in Pirro ha il suo sostegno.
 ULISSE
 Vorrai che in civil guerra ardan tuoi regni?
 PIRRO
 Guerra pria che servaggio.
 ULISSE
 Val tante morti un solo?
 PIRRO
 Egli a Ulisse or varria quella di un figlio?
 ANDROMACA
1080(Tra la speme e la tema or sorgo, or manco).
 ULISSE
 Me l’onor mio, me de la patria il zelo
 empie così che quasi
 ho dolor d’esser padre. Orsù, si salvi
 Telemaco e Astianatte;
1085ma tua sposa sia Ermione; e da te lungi
 tragga la frigia schiava oscuri giorni
 col figlio suo. Povero, errante e senza
 chi lo sostenga, i Greci
 finiran di temerlo. Abbia il tuo amore
1090di consigliarsi e di risolver tempo.
 Resti ad ambo il suo ostaggio. Addio. Ma sappi
 che, se in tuo cieco amor ti ostini e perdi,
 nulla al reo parto de l’iniqua madre
 varrà che tu sia amante o ch’io sia padre. (Fa cenno che scendano dalla torre Astianatte e i soldati)
 
1095   Scegliti. O senza figlio, (Ad Andromaca)
 misera, o senza regno.
 
    Su quel superbo ciglio
 o fasto pianga o amore.
 Chiede così l’onore (A Pirro)
1100e così vuol lo sdegno.