Andromaca, Vienna, van Ghelen, 1724

 SCENA VI
 
 ANDROMACA
 
 ANDROMACA
550Ettore, o primo, o solo
 mio amor, dal lieto Eliso,
 ove cerchio ti fan l’altre grand’alme,
 in me t’affisa; e mentre
 incontro mi vedrai frode e periglio,
555reggi la madre e custodisci il figlio.
 
    Libertà, marito e trono
 fur miei beni e mali or sono;
 e se il figlio che mi resta
 cuopre omai tomba funesta,
560dirò ancor: «Non son più madre».
 
    Chi ’l diria? L’iliaco erede
 altro scampo a sé non vede,
 contra un odio iniquo e fello,
 che l’orror di un cieco avello
565e la grande ombra del padre.
 
 Fine dell’atto secondo