Andromaca, Vienna, van Ghelen, 1724

 SCENA II
 
 ULISSE e poi EUMEO
 
 ULISSE
 Amante, cui sia tolto il caro oggetto,
 ostenta un gran dolor. Ma qual d’un padre,
 orbo d’unico figlio, il dolor sia,
330io ’l so... (Eumeo esce e osserva attentamente Ulisse in disparte)
 EUMEO
                   Mio re, mio Ulisse,
 pur ti ritrovo; pur tua destra io bacio. (Corre a baciar la mano ad Ulisse, senza lasciarsi vedere in faccia)
 ULISSE
 Stranier, chi sei? (Ritirandosi alquanto)
 EUMEO.
                                   Con questo
 nome più non chiamasti il tuo buon servo. (Ulisse il guarda fisso)
 ULISSE
 La voce... il noto volto...
335Parmi... sì, fido Eumeo... sì, che sei desso. (Va ad abbracciarlo)
 Piansi tua morte; e vivi; e forse il mio
 Telemaco ancor vive.
 EUMEO
 Piacesse al ciel. Vana speranza!
 ULISSE
                                                           Ah! Figlio,
 qual fior cadesti sul mattin reciso.
340Oh stesse Troia ancor! Poco or ne avanza,
 vil compenso al gran danno.
 EUMEO
 Andromaca ti resta,
 per cui miseri siam. Sì, in lei rivolgi
 l’odio e vendica i mali. Ella mi fece
345col fanciullo rapir d’Itaca al lido,
 volge or appunto il tredicesim’anno.
 ULISSE
 Anno in cui sciolsi a unir la Grecia in armi,
 tutta dal frigio drudo offesa in Sparta.
 EUMEO
 E tratti in Ilio, ella noi visti appena,
350«Vanne, uom greco» mi disse. «A me in balia
 resti il destin del pargoletto. Ei figlio
 è del nemico Ulisse. Or son contenta.
 Va’. Più nol rivedrai».
 ULISSE
 O non donna ma furia. E tu sì tardo
355perché recarne il doloroso annuncio?
 EUMEO
 Scoglio da l’onde cinto esul mi tenne
 dai regni de la vita e de la morte.
 ULISSE
 E del figlio i rei casi onde sapesti?
 EUMEO
 Più volte, oh dio! da’ miei custodi...
 ULISSE
                                                                  In tanta
360sciagura ho il sol conforto
 che la rea donna è in vita e ch’ella è madre.
 EUMEO
 A l’ombra di Telemaco poc’anzi
 sotto il mio acciar quasi ella cadde estinta.
 ULISSE
 Non è, non è sua morte
365ciò che chiede il mio sdegno.
 Il mio figlio ella uccise.
 Io vo’ ucciderle il suo. Senta una madre
 la vendetta d’un padre.
 EUMEO
 Andromaca sì occulto il tiene a tutti...
 ULISSE
370Tutti ella inganni. Io son l’accorto Ulisse.
 EUMEO
 E fin lo giura estinto.
 ULISSE
                                         E ritrovarlo
 saprò ancora tra l’ombre de’ sepolcri.
 Lasciami. In nome de la Grecia a Pirro
 chiederò la mia vittima. Col manto
375del pubblico interesse
 coprirò l’odio mio, tanto più atroce,
 quanto men conosciuto.
 EUMEO
 O Telemaco vivo o vendicato               .
 chieggo al ciel, pria ch’io chiuda i giorni miei.
 ULISSE
380Questo far può il mio ingegno e quel gli dei.
 EUMEO
 
    Quando ritornerai
 a la fedel tua sposa,
 dolente e lagrimosa
 ti parlerà del figlio.
 
385   E quando le dirai
 che il vendicasti morto,
 un raggio di conforto
 le brillerà sul ciglio. (Si alzano le due ale del real padiglione e n’esce Pirro con le sue guardie)