Faramondo, Venezia, Nicolini, 1699

 SCENA VII
 
 CLOTILDE, poi FARAMONDO
 
 CLOTILDE
675Date luoco, o spaventi.
 Dolci affetti gioite.
 Faramondo è pur salvo; e al caro Adolfo
 devo sì bella vita.
 FARAMONDO
                                   E quella vita,
 che Adolfo mi salvò, poco mi è cara,
680se l’odia Rosimonda.
 CLOTILDE
                                         È sogno o inganno?
 Faramondo, signor...
 FARAMONDO
                                         Cessa, Clotilde,
 dal tuo stupor.
 CLOTILDE
                              Ma come! Tu fra’ Cimbri?
 Nel campo di Gustavo! In braccio a morte
 solo, o dio, chi ti guida?
 FARAMONDO
                                              Amore e sorte.
 CLOTILDE
685Deh fuggi.
 FARAMONDO
                       Eh non opporti.
 Questa vita mi chiede
 l’odio di Rosimonda.
 CLOTILDE
                                         E per placarla
 mancan forse altre vie? Dal ciel le attendi
 più opportune e dal tempo.
 FARAMONDO
                                                    A lei nemico
690viver non posso; e di vederla ancora
 sol bramo, anzi che mora.
 Questo solo desio per calli ignoti
 quivi mi trasse. Io vo’ morirle a’ piedi.
 Clotilde, ah, se tu m’ami,
695ecco il tempo, ecco il loco; a’ voti arridi.
 CLOTILDE
 O troppo ne’ tuoi mali anima invitta,
 fra que’ mirti ti ascondi. A noi fra poco
 la tua bella nemica
 verrà.
 FARAMONDO
               Dolce speranza, ancor ti sento;
700diamle fede, mio cor. Morrai contento.
 
    Consolati, mio cor.
 Quegli occhi hai da mirar
 che t’han piagato.
 
    Se morendo i puoi placar,
705né più t’è crudo amor
 né ingiusto il fato.