Nitocri, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA ULTIMA
 
 MIRTEO e MANETE, seguiti dal popolo, e i detti
 
 NITOCRI
1700Mirteo, dono de’ numi, al nostro vieni,
 vieni al pubblico applauso.
 EMIRENA
                                                   E all’amor mio.
 MIRTEO
 Mi tolse al rio naufragio il buon Manete;
 ma l’onda procellosa ancor non cessa.
 NITOCRI
 Due vite, o mio fedele, a me serbasti,
1705in Nitocri e in Mirteo.
 MANETE
 Regina, errai, lo so. Dell’infelice (S’inginocchia)
 la figlia era mia sposa. Io tutto feci,
 per non farlo perir. Pigro fu il zelo;
 ma il rattenne pietà. Perdon ne imploro.
 NITOCRI
1710Lode meriti e premio. Or di Ratese (Rialzandolo)
 e tue sien le ricchezze e tuoi gli onori;
 e sì bella virtù segua il suo corso.
 MANETE
 Mi sta doglia nel cor ma non rimorso.
 NITOCRI
 Mirteo, l’alma non veggo in te tranquilla.
 MIRTEO
1715Ho tutto quel piacere
 che in vassallo esser può dal comun bene.
 NITOCRI
 E tutto hai quel dolore
 che nascer può da un disperato amore.
 MIRTEO
 Han la lor debolezza anche i più forti.
 NITOCRI
1720Orsù, col tuo riposo
 compiasi il mio trionfo;
 abbastanza infelice
 fui nel tuo duolo. A sì gran costo io fuggo
 di bugiarda speranza i dolci inviti.
1725Sia tua sposa Emirena; e la ricevi,
 più che da me, dal generoso amico.
 MICERINO
 Già la cedei. Qui ti confermo il dono.
 MIRTEO
 A lei ti diede di Emirena il voto.
 MICERINO
 Quel voto non fu amor; fu ossequio e tema.
 MIRTEO
1730Non vuol dover che in tuo gran danno assenta.
 MICERINO
 In ceder una sposa, che non ami,
 né un gran bene si cede
 né gran virtù si chiede.
 EMIRENA
 Renditi omai.
 MIRTEO
                             Regina, amico, è forza
1735ch’io dal vostro voler prenda le leggi.
 Emirena.
 EMIRENA
                     Mirteo.
 MIRTEO
 O perduto mio ben, qual ti racquisto!
 EMIRENA
 Sorte per me più cara,
 quanto meno sperata.
 IMOFI
1740Vincer pur si lasciò l’alma ostinata.
 NITOCRI
 Fausti sienvi gli dii, sposi felici.
 Tebe sia vostro regno; e a me rimanga
 la gloria di regnar sovra il mio core.
 Quando vincer si vuol, si vince amore.
 TUTTI
1745Quando vincer si vuol, si vince amore.
 CORO
 
    Forte è amor ma non invitto.
 Da un gran core egli è sconfitto;
 e virtù ne ottien la palma.
 
    Ei ne sta con onta e pena;
1750ma in mirarti, o regal donna,
 prende ardir; si rasserena;
 e s’inchina a sì grand’alma.
 
 Il fine dI «Nitocri»