Faramondo, Venezia, Nicolini, 1699

 SCENA IV
 
 GERNANDO, TEOBALDO e CHILDERICO
 
 TEOBALDO
 Gran re, dal tuo pensier non ti rimova
 l’ira di Rosimonda.
635Segui a compirlo e sarà tua.
 GERNANDO
                                                     Teobaldo,
 Rosimonda mi sdegni,
 me la nieghi Gustavo, il mondo, il cielo
 mi abborrisca nel colpo, io non mi pento.
 Mora pur Faramondo e son contento.
 CHILDERICO
640(Empio!)
 TEOBALDO
                     M’avrai ne l’opra
 non inutil compagno.
 GERNANDO
                                          E tal t’abbraccio.
 CHILDERICO
 (Tant’odio anche nel padre!)
 GERNANDO
 Serba, o ciel, la vendetta al nostro braccio.
 
    Riposo e calma
645si cerchi al cor,
 pria ne lo sdegno,
 poi ne l’amor.
 
 Talvolta amando
 la gode un’alma;
650ma invan la chiede
 nel suo furor.