Nitocri, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XVI
 
 MIRTEO con guardie e i predetti
 
 MIRTEO
1560E sino a quando la pietade istessa
 si armerà a tormentarmi?
 NITOCRI
 Siam qui tutti, o Mirteo, per tua salute.
 MIRTEO
 La mia salute è il disperarla.
 NITOCRI
                                                      Al regno
 vivi, alla tua regina, alla tua gloria.
 MIRTEO
1565Alla gloria, alla patria, a te, regina,
 già vissi assai; ma in fuggir morte onesta,
 tutte vi tradirei. Voglio anche questa.
 EMIRENA
 Inesorabil core!
 MICERINO
                                Anima invitta!
 NITOCRI
 Orsù, tolgasi al fiero
1570tuo disio la cagion. Vivi e ti segua
 (o dio!) colei ti segua, onde cotanto
 disperi. Ecco Emirena. Ella n’è lieta.
 Micerin te la cede; e da me stessa
 (e il potrò dir?) sì, da me accetta in dono
1575e vita e sposa e trono.
 Vanne in Tebe a regnar. Gradisci i miei...
 MIRTEO
 No, regina, sarei,
 accettando i tuoi doni,
 degli uomini il più perfido e il più vile.
 EMIRENA
1580Ah! Se mi amassi...
 MIRTEO
                                      In questo odio di vita,
 l’amante or non cercar; cerca il vassallo.
 NITOCRI
 E il vassallo ubbidisca.
 MIRTEO
 Ognuno ha il suo dover. Nasce il re a tutti
 e tutti al re. Qualora
1585chieggalo il comun bene, il re si esponga.
 Ma se può riparar danno e ruina
 con la vita di un sol, lasci dell’opra
 il merito alla fede e alla costanza.
 MICERINO
 Tu perdi con quel cor scherma e speranza.