Faramondo, Venezia, Nicolini, 1699
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SCENA PRIMA
GUSTAVO, ROSIMONDA e CHILDERICO
GUSTAVO
Quanti perigli hai corsi
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d’alor che ti lasciai. Meco nel campo,
figlia, se’ più sicura, io più contento.
ROSIMONDA
Signor, dacché t’abbraccio,
le stelle assolvo e i mali miei non sento.
GUSTAVO
La tua beltade a’ colpi
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darà più lena. Esser dovrai tu moglie
a chi di Faramondo
m’offrirà il capo.
ROSIMONDA
Infauste nozze.
CHILDERICO
E prive
de l’assenso de’ numi.
GUSTAVO
Han quel d’Averno,
quel di Gustavo. A confermarle il core
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disponi, figlia.
CHILDERICO
(O iniqua legge!)
ROSIMONDA
(O amore!)