Gl’inganni felici, Venezia, Nicolini, 1696

 SCENA ULTIMA
 
 ORONTA, SIFALCE, ARBANTE e li sudetti
 
 ORONTA
 Principessa, a’ tuoi piedi eccoti Oronta.
 Per mia bocca già Orgonte,
 or mio sposo e pentito, e seco Arbante
1395ti chiedono perdon de’ lor delitti;
 e al real genitor per me tu ’l chiedi.
 AGARISTA
 Amica Oronta, un dì sì lieto e caro
 non si turbi dagli odi; e tu, mio padre,
 perdona, io te ne priego,
1400agli errori d’Orgonte e a quei d’Arbante.
 CLISTENE
 Agarista, non più. Basta un tuo priego,
 basta il merto d’Oronta
 a vincer del mio sen tutti i rancori;
 né giusto è che lo sdegno
1405venga a turbar così felici amori.
 SIFALCE
 Da le tue grazie vinto...
 ARBANTE
 E dal rossor de le mie colpe...
 A DUE
                                                       Io taccio.
 CLISTENE
 Ed io, in segno d’affetto, ambi vi abbraccio.
 SIFALCE
 E voi pur condonate, anime illustri,
1410un delirio d’amor.
 AGARISTA, ARMIDORO
                                    L’idolo mio
 stringendo al seno ogni vendetta obblio.
 CLISTENE
 Gl’imenei fortunati
 non si ritardin più.
 ARMIDORO
                                      Vuoi tu ch’io sia
 Armidoro o Demetrio?
 AGARISTA
                                             Entrambi i nomi,
1415perché tuoi, mi son cari.
 BRENNO
 Son finiti gl’affanni.
 ARMIDORO e SIFALCE
 O dolci pene!
 AGARISTA ed ORONTA
                            Ed o felici inganni!
 A QUATTRO
 
    Fuggite dal cuore,
 noiose mie pene.
 
 AGARISTA ed ORONTA
 
1420   Già stringo...
 
 SIFALCE ed ARMIDORO
 
                              Già annodo...
 
 A QUATTRO
 
 La candida mano...
 
 AGARISTA e ORONTA
 
 Che sola stringea...
 
 SIFALCE e ARMIDORO
 
 Che sola tenea...
 
 A QUATTRO
 
 Quest’alma in catene.
 
 Il fine