Nitocri, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XII
 
 MICERINO e i sopraddetti
 
 MICERINO
890Col decreto fatal viene, o regina,
 l’implacabil Ratese.
 NITOCRI
 Nitocri il segnerà. Vendicar deggio
 il fratello e me stessa.
 MICERINO
 Senza udir l’infelice?
 NITOCRI
895Parlan troppo per lui l’ombre e gli assalti
 e il mio periglio e di Amenofi il sangue.
 MICERINO
 Son sue accuse finor; non son sue colpe.
 NITOCRI
 Me con l’armi assalir fu zelo e fede?
 MICERINO
 Tutt’altro che perfidia. Anche quell’ire
900in tua gloria servian, non in tua offesa.
 NITOCRI
 Oscuro favellar cresce i sospetti.
 MICERINO
 Mirteo l’ombre dilegui. Almen si ascolti.
 IMOFI
 Sì, che ti nuoce udirlo? Hai forse tema
 di trovarlo innocente?
 NITOCRI
905(Cor di regina, a vacillar cominci).
 MICERINO
 Di Mirteo tu non guardi
 che il presente destin. Nel suo gran lume,
 qual fu vedilo ancora.
 NITOCRI
 Un fratricida? Ei non mi vegga e mora. (Mostra di partire e poi si ferma in lontano ad ascoltar Micerino)
 MICERINO
910Sfortunato Mirteo! Giusta per tutti,
 per te solo è crudel la tua regina.
 Abbandonarti a vil supplizio è il frutto
 de’ tuoi chiari trionfi.
 Qual esempio alla fede? Un cieco foglio,
915un indizio fallace, un odio atroce
 tanti merti cancella. Ah! Per soffrirlo
 troppo giusta tu sei.
 NITOCRI
 O dio! Venga l’iniquo a’ piedi miei.
 IMOFI
 Opportuno fu il cenno. Ecco Ratese. (Si parte)
 MICERINO
920Nemico di Mirteo, morte gli affretta.