Nitocri, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VIII
 
 IMOFI, poi RATESE, MANETE, MICERINO, satrapi, guardie e i sopraddetti
 
 IMOFI
 Regina, alla tua pace
 qual fiero colpo? È noto il delinquente.
 NITOCRI
 In chi?
 IMOFI
                 Nel tuo più caro e l’hai presente.
 NITOCRI
790Mirteo solo qui scorgo.
 RATESE
                                            E in lui conosci
 quel che meno temesti.
 NITOCRI
                                             O dei! Mirteo?...
 MIRTEO
 Nera calunnia in me quai trame ordisce?
 RATESE
 Sì. Da furia egli spinto a te nemica,
 venne armato alla reggia.
795Se il può, lo neghi; e Micerino il dica.
 MICERINO
 Tutto quello, o regina,
 che error rassembra, error non è.
 RATESE
                                                               Dell’opra
 non la ragion, l’opra e l’autor ricerco.
 MICERINO
 Mirteo... (Guardandolo)
 MIRTEO
                    Di’. Non ti arresti
800amistà, non timore.
 Sì. Venni armato, è vero...
 RATESE
                                                  Or che più chiedi?
 Eccoti di Amenofi il traditore.
 MIRTEO
 Io traditor? Regina... (Nitocri si allontana da lui, senza più riguardarlo)
 RATESE
 Giuste, se n’hai, discolpe
805porta a’ giudici tuoi.
 MIRTEO
 Mio giudice Ratese e i miei nemici?
 Regina, a te mi appello, a te rivolto...
 NITOCRI
 Un empio fratricida io non ascolto.
 Del ferro iniquo ei si disarmi. Imofi,
810a tua fede il consegno.
 MIRTEO
                                           Anche l’oltraggio
 si aggiunge all’ingiustizia?
 Ma comanda Nitocri. Eccoti un ferro
 che in mia man tante volte
 fu del regno la speme e la salvezza.
 IMOFI
815(O vicende!) (Prendendo la spada dalle mani di Mirteo)
 MANETE
                            (O rimorsi!) (Si parte)
 MICERINO
                                                     (Il cor si spezza).
 MIRTEO
 Regina, io parlo ancora alla tua gloria.
 Un folle orgoglio, un odio furibondo..,
 NITOCRI
 A un fellon traditore io non rispondo.
 MIRTEO
 
    Io fratricida? Io traditor? Regina,
820meco tradita sei.
 Armata a’ danni miei,
 invidia e fellonia ti sta vicina.
 
    Per me sprezzo il morir. Ma tolto al regno
 il suo miglior sostegno,
825te pure opprimerà la mia ruina. (Si parte con Imofi)