Nitocri, Vienna, van Ghelen, 1722

 SCENA XIII
 
 NITOCRI, IMOFI e poi EMIRENA
 
 IMOFI
 Lodo la sofferenza. Il vendicarsi
 era un mancar di fede
1520e in tuo periglio esacerbar gli sdegni.
 NITOCRI
 Ah! Che d’ogni minaccia
 l’ostinato Mirteo mi fa più tema.
 EMIRENA
 E ne temi a ragion. Doglia e furore
 spirano gli atti suoi, spiran suoi detti.
1525Tutto per te...
 NITOCRI
                            Per me, Emirena? Eh! Ch’egli
 cuopre col zelo il duolo
 del suo perduto amor. Per te vuol morte.
 Ma tu l’amavi ancor. Dillo.
 EMIRENA
                                                   Ah! Regina...
 NITOCRI
 Basta così. La mia rival conosco.
 EMIRENA
1530E la suddita ancora.
 Che più darti potea l’ossequio mio? (Nitocri sta pensosa)
 Altri è mio sposo; e misera son io.
 NITOCRI
 (Sì, convien farlo). Riedi (Ad Emirena)
 a me con Micerin, tu con Mirteo. (Ad Imofi)
 EMIRENA
1535(Che sarà?) (Parte)
 IMOFI
                          (Che far pensa?) (Parte)