Faramondo, Venezia, Nicolini, 1699

 SCENA XIV
 
 FARAMONDO con seguito e detti
 
 FARAMONDO
 Sino ad ora, Gernando,
 tu mi credesti o prigioniero o estinto.
365Altrimente il destino
 di noi dispose. Illeso
 trassi il piè da l’insidie. Han vinto i miei.
 Rosimonda, la reggia,
 tutto è in mia mano e prigionier tu sei.
 ROSIMONDA
370Che potrà far?
 GERNANDO
                              Fuggan gli Svevi; ancora
 resta a vincer Gernando.
 FARAMONDO
 Solo a che impugni inutilmente il brando!
 Ma vedi; assai diverso
 è ’l mio core dal tuo.
375Tu mi volesti esangue ed io ti salvo.
 Vanne, libero sei; per te non cesso
 d’esser qual fui; tu m’odia, io son lo stesso.
 ROSIMONDA
 Generoso nemico.
 GERNANDO
 Addio, core infedele. Accetto il dono,
380sol per farti pentir del tuo perdono.
 
    Verrò, crudel, verrò;
 di quel cor punirò
 l’infedeltà;
 
    e alor farò, sleal,
385che ’l gran dolor tu senta
 d’aver data a un rival
 la libertà.