Nitocri, Vienna, van Ghelen, 1722

 SCENA II
 
 MANETE
 
 MANETE
610Pace, o spirti agitati. Avanti il tempo
 affliggersi sconvien. La mia regina
 per me tolta è a periglio.
 Pago è l’onore; è soddisfatto il zelo;
 e di Mirteo, colpevole o innocente,
615prendasi amor, prendasi cura il cielo.
 
    Lupo in foresta,
 mare in tempesta
 urli ad altri, ad altri frema.
 Basta a me non sentir verme,
620che mi roda, e star sul lido.
 
    Fiero serpente,
 folgore ardente
 d’altri sia periglio e tema.
 Con piè franco e ciglia ferme
625scherzo al fischio e al tuon mi rido. (Odesi in lontano sinfonia strepitosa di strumenti egizzi; e quindi, preceduta dalle guardie reali e seguita da’ suoi satrapi, esce fuor del portico destro Nitocri, accompagnata dagli altri e servita da altre guardie)