Faramondo, Venezia, Nicolini, 1699

 SCENA XIII
 
 GERNANDO e ROSIMONDA
 
 GERNANDO
 Principessa, in vedermi
330l’ire sospendi. Io l’ho temute e volli
 prevenirle più giusto.
 ROSIMONDA
 Da la man che li fece, i mali miei
 non attendon conforto
 e ’l rifiutano ancor. Per te, Gernando,
335Rosimonda è cattiva e Sveno è morto.
 GERNANDO
 Ben sai qual ne sia ’l reo.
 ROSIMONDA
 Quel cui giova il delitto autor n’è ancora.
 GERNANDO
 Faramondo l’uccise.
 ROSIMONDA
                                       E Faramondo
 si punirà.
 GERNANDO
                     Già da quest’ora ei cadde
340da più colpi trafitto.
 ROSIMONDA
 Che? Faramondo estinto?
 GERNANDO
 D’alorch’ei Sveno uccise, a te nemico,
 meritò l’odio tuo.
 E d’alor che te vide, a me rivale
345anche il mio meritò. Col farsi ingiusto
 poté farmi crudel. Ma nel suo sangue
 cercai, più che la mia, la tua vendetta.
 De l’amor di Gernando è degno il colpo.
 Rosimonda, io te l’offro e tu l’accetta.
 ROSIMONDA
350Che i tuoi delitti approvi?
 Che li gradisca? Anima ingiusta e vile,
 avea sete del sangue
 di Faramondo e ne attendea la morte
 ma non da te. L’onor tu mi togliesti
355de la vendetta e tu m’accresci i mali
 col vendicarli. Ah iniquo,
 più d’ogni offesa un tuo favor m’irrita.
 L’hai tolta ad un amico,
 a chi t’abborre ancor togli la vita.
 GERNANDO
360De l’ira tua... Ma qual rumore? O sorte!
 ROSIMONDA
 Faramondo ancor vive?
 GERNANDO
 Qual mia stella maligna il tolse a morte?